L'uom non può sua ventura prolungare
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti (Cecco Angiolieri)
XCV
Il destino avverso non si storna: vai meglio non prendersene cura.
L’uom non può sua ventura prolungare
né far piú brieve, ch’ordinalo sia;
ond’i’ mi credo tener questa via,
4di lasciar la natura lavorare,
e di guardarmi, se io ’l potrò fare,
che non m’accolga piú malinconia:
ch’i’ posso dir che, per la mia follia,
8i’ ho perduto assai buon sollazzare.
Anche che troppo tardi me n’avveggio,
non lascerò ell’i’non prenda conforto,
11ca far d’un danno due sarebbe peggio.
Ond’i’ m’allegro e aspetto buon porto,
ta’ cose nascer ciascun giorno veggio,
14che ’n di di vita non mi disconforto.