L'ottavario der catachìsimo

Giuseppe Gioachino Belli

1835 Indice:Sonetti romaneschi IV.djvu sonetti letteratura L'ottavario der catachìsimo Intestazione 28 giugno 2024 75% Da definire

Tòta dar mercante La spiegazzione de li Re
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

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L’OTTAVARIO DER CATACHÌSIMO.1

     Come diavolo mai! pare un destino!
Che tt’abbi da venì sta fantasia,
Sto gran bisoggno d’un bicchier de vino,
Propio quann’è inibbita l’osteria!

     Lo capisco che er beve un fujjettino2
Nun ze pò ddì a rrigore un’eresia.
Ma sti ggiorni è un giudìo chi ha ssete, infino
Che nun zente sonà lla vemmaria.

     Er Papa sa cquer che sse fa, ffijjolo,
E nun deve soffrì cch’er catachisto3
Parli ar muro e se sfiati da sé ssolo.

     Serrato indove se bbeve e sse maggna,
Pe’ rrabbia d’ozzio se va in chiesa; e Cristo
Sempre quarche ffiletto4 lo guadaggna.

30 marzo 1835.

Note

  1. [L’ottavario del Catechismo, cioè: “quegli otto giorni verso la fine di quaresima, ne’ quali, durante le ore pomeridiane, si faceva e si fa tuttora in parecchie chiese la predica per ispiegate il catechismo, e preparare così i fedeli al migliore adempimento del precetto pasquale.„ Da un po’ prima che cominciasse la predica fino all’avemmaria, le osterie, i caffè e altri luoghi simili dovevano esser chiusi.]
  2. [Vezzeggiativo di fujjetta foglietta: poco più di mezzo litro.]
  3. [Catechista.]
  4. Vantaggio poco sperato o poco meritato.