L'omo e la donna
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L’OMO E LA DONNA.
“Sì,„ strillava, “è ggiustizzia da galerra[1]
Che nnoi povere donne disgrazziate
Sempre avémo da èsse soverchiate,
Come fùssimo statue de terra.
Voiàntri purcinelli de la Scerra[2]
Date fòra l’editti, predicate,
Dite messa, assorvete, ggiustizziate,
E, ppe’ giónta de ppiù, ffate la guerra.
Cos’ha, ppiù de la donna, un galeotto
D’omaccio, pe’ pprotenne[3] in oggni caso
De stà llui sopra e dde tiené[4] llei sotto?
Cos’ha dde ppiù? una mano, un piede, un stinco,
Una bbocca, un’orecchia, un occhio, un naso?„
Allora io: “Nu lo sapete? un pinco.„[5]
30 aprile 1834.
Note
- ↑ Dalla massima parte del popolo galera è pronunziata galerra.
- ↑ [Di Acerra nella Campania, che è appunto la vera patria di Pulcinella, come la non lontana Atella era patria del suo probabile progenitore Macco.]
- ↑ Pretendere.
- ↑ Di tenere.
- ↑ Vedi [nel presente volume] il sonetto... [Er padre ecc., 6 dic. 32], al quale questo vocabolo può servire di appendice.