L'astrazzione
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1830
L’ASTRAZZIONE.1
Tiràmese2 ppiù in là, ché cqui la gujja3
Ciarippàra4 de vede er roffianello5...
Varda,6 varda, Grigorio, mi’ fratello
Che s’è mmesso a intignà7 cco’ la patujja!
Mosca!8 Er pivetto9 arza la mano, intrujja10
Mo in de le palle... Lesto, eh bberzitello.11
Ecco ecco che llèggheno er cartello:
Ch’edè?12 Ccinquantasei! senti che bbujja!13
Je la potessi fà, sangue de ddina!14
Sor c...., vorticàmo15 er bussolotto.
Ch’edè? Ttrenta! Cell’ho ddrento a l’ottina.16
Diesci! ggnente: Sei! ggnente: Discidotto!
Ggnente. Pe’ ddio! nemmanco stammatina?
Accidentacci a chi ha inventato er lotto.
Roma, 20 agosto 1830.
Note
- ↑ [“L’estrazione,„ che allora si faceva sulla loggia del Palazzo di Monte Citorio.]
- ↑ Tiriamoci.
- ↑ Obelisco di Monte Citorio.
- ↑ Ci ripara.
- ↑ Orfanello: dell’Ospizio degli Orfani.
- ↑ Guarda.
- ↑ Ostinarsi in alterco.
- ↑ [Silenzio! E volgarmente si dice anche a Firenze.]
- ↑ Fanciullo. [Detto però sempre con un po’ di canzonatura.]
- ↑ Rimescola.
- ↑ [Bel-zitello: bellimbusto.]
- ↑ Che è.
- ↑ Buglia: bisbiglio.
- ↑ [Eufemismo, per non nominare il nome di Dio peggio che invano.]
- ↑ [Voltichiamo]: rivolgiamo.
- ↑ [Giocata di otto numeri, come cinquina di cinque, ecc.]