L'asino d'oro/Breve discorso della vita d'Apuleio
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | Aggiunta all'Avvertenza | Al molto magnifico e nobilissimo signore Lorenzo Pucci | ► |
BREVE DISCORSO
DELLA VITA
DI APULEIO.
―
Lucio Apuleio per nazione Afro, fu d’un luogo nomato Madauro, il qual è posto tra confini di Getulia, e di Numidia: Ebbe costui un altro fratello, ed amendue rimasero di ricchezze assai abbondanti, siccome li dimostra nell’Apologia. Per il che morto il lor padre, Apuleio non poco tempo si diede a peregrinare, ed alcuna parte de’ suoi beni consumò ne’ studj ed amicizie, perciocchè gran liberalità usava co’ famigliari e precettori suoi, ad alcune figliuole de’ quali eziandio accrebbe la dote. Così egli divenne dotto delle greche lettere, e latine, anzi un nobile accademico. Più ancora fu elegante poeta, e oratore, tenendo nel suo dire uno stile tutto florido e copioso, con cui molte opere compose. Ma venendo da Atene a Roma, ed alloggiato nelle case degli Appii romani nobilissimi, pel mezzo loro, ed a prieghi di Ponziano amico, acconsentì tor per moglie Emilia Pudentilla vedova ricchissima in Africa madre di lui, e di Pudente, avvegnachè infermiccia fosse, e alquanto attempata. Così venuto poi con Ponziano in Oea città; e dimostro a que’ cittadini lo ingegno e dottrina sua, con una cortese forza fu fatto lor cittadino; e medesimamente non senza travagli sposò la suddetta Matrona. Or finalmente da Emiliano e Ruffino fu accusato, e di magica, e d’altri assai maleficj, de’ quali tutti si purga dinanzi al magistrato con due Apologie, che ancora si leggono. Dove si può vedere quanto benigno, discreto, umano, studioso e veramente filosofo sii stato. Ebbe un figliuol nominato Faustino, a cui scrive il libro intitolato del Mondo con alcun’altri. E avvenga in diverse parti per la sua virtù fossero a lui da molte città poste per decreto statue, ed altri onori, in Cartagine nondimeno il simile anche ricevè. Dove con grande concorso di gente più volte fece orazione al popolo di tutta Africa ivi raccolto, e non senza incredibile lode fu udito da ognuno. Ma fra l’opere sue la invenzione di fatto essere trasformato in asino è tanto degna che l’asino aureo si appella. In cui si vede egli essere stato ne’ tempi de’ Cesari, e dietro a Catullo? anzi dopo Adriano imperadore, e non già fiorito avere con Ermete, e Plotino, come par dicano i cronografi. Io quasi crederei poco dopo Luciano essere stato lui. Conciossiachè l’asino suo pare essere derivato, ed accresciuto da quello di Luciano, e non quel di Luciano dal suo: che che si sia, egli nè avanti Adriano, nè dopo Teodosio fiorì.
FINE DELLA VITA DELL'AUTORE.