L'arte in Val di Nievole/Prefazione
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PREFAZIONE
Ecco le ragioni che mi hanno persuaso a tornare sull’argomento. Certo farò come so e posso, ma ciò di cui prendo impegno fin d’ora è di non dir cosa alcuna senza aver prima verificato, e quindi di correggere gli errori, le omissioni e le inesattezze che via via mi verrà fatto di riscontrare negli egregi che mi hanno preceduto, fiducioso di portare così anch’io il mio contributo, per quanto piccolo, alla storia non solo delle arti belle nella mia Val di Nievole ma eziandio a quella generale della Toscana.
E per far ciò meglio che fosse possibile, mi detti a frugare negli zibaldoni lasciati dai nostri antiquarii e negli archivi dei Comuni di Val di Nievole. per trarne date e notizie ed ebbi finalmente l’intendimento di accendere in chi può, il desiderio di conservare e restaurare le opere pregevoli che ancora ci rimangono.
Naturalmente non mi fermerò sopra ogni tela o tavola dipinta o sasso scolpito, ma soltanto su quegli oggetti che, a mio parere, mostrano di avere qualche importanza reale per l’arte e per la storia.
La Val di Nievole prende il suo nome da un piccolo fiume, la Nievole, che scende dai monti di Avaglio, bagnando la falda orientale di Montecatini; mentre Pescia che ne è capoluogo, è divisa da un altro fiume, la Pescia maggiore, che nasce nel monte di Calamecca; nei monti poi, fra il Battifolle e le Pizzorne, prende origine la Pescia minore o Pescia di Collodi. Corrono questi fiumi al padule di Fucecchio.
Essa è situata ad ovest della regione Toscana; amministrativamente fa parte della provincia di Lucca ed ha tre mandamenti: Pescia, Borgo a Buggiano e Monsummano. Sotto il 1° sono i comuni di Pescia, Vellano, Uzzano, Montecarlo, Altopascio: sotto il 2° quelli di Borgo a Buggiano, Massa Cozzile e Ponte Buggianese, e sotto il 3° Monsummano, Montevettolini e Montecatini.
Rimarrebbero i paesi di Serravalle, Lamporecchio, Cerreto Guidi e Vinci, i quali, quantunque facciano parte d’altra Provincia, pure per le ragioni topografiche, appartengono alla Val di Nievole, quindi entrano, se non erro, nel mio studio, molto più che possiedono oggetti di capitale importanza.
- Pescia, marzo 1905.
Carlo Stiavelli.