L'arisposta de Teta

by Giuseppe Gioachino Belli

Giuseppe Gioachino Belli

1835 Indice:Sonetti romaneschi VI.djvu sonetti letteratura L'arisposta de Tèta Intestazione 30 dicembre 2024 100% Da definire

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L'arisposta de Tèta

Giuseppe Gioachino Belli

1835

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Er Curato bbuffo

Er bello è cquer che ppiasce

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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847

L’ARISPOSTA DE TÈTA.¹

     La matina de Pasqua Bbefania,²
Ar Nome de Ggesù,³ ddoppo avé intesa
L’urtima messa, in ne l’usscì da cchiesa
Incontrai Tèta che vvieniva via.

     Me je fo avanti co’ la fiacca⁴ mia:
“Ebbè? ccome ve va, ssora Terresa?
Dico, nun ve l’avete⁵ pe’ un’offesa,
V’è gguarita la tale ammalatia?„

     Azzeccàtesce⁶ un po’, ppe’ ccristo d’oro!
La sora Terresina ebbe la cacca⁷
D’arispónne⁸ accusì: “Sto ccom’un toro.„

     Mentre che ppe’ rraggion de la patacca
Pare che, essenno femmina, er decoro
Je dovessi⁹ fà ddì:¹⁰ ccom’una vacca.

18 gennaio 1835.

Note

1. Teresa.
2. Pasqua Epifania.
3. Chiesa al Corso.
4. Flemma ironica.
5. Non ve l’abbiate.
6. Azzeccateci.
7. L’orgoglio.
8. Di rispondere.
9. Le [gli] dovesse.
10. Far dire.