L'anthropologia di Galeazzo Capella secretario dell'illustrissimo signor duca di Milano/Galeazzo Capella al lettore

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L'anthropologia di Galeazzo Capella secretario dell'illustrissimo signor duca di Milano Libro Primo
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GALEAZZO CAPELLA
AL LETTORE.


ESSENDO, già è gran tempo, stampata quella parte di questa mia Anthropologia, che tanto è à dire ragionamento della Natura humana; la quale contiene la degnità delle donne, saranno fose alcuni che si recheranno à noia qui un altra volta a leggerla. la quale cosa quantuque ad altri potesse parere honesta cagione di tacere; nondimeno ho giudicato che a’ me sia convenevole di scrivere. Percioche havendo io nella mia prima giovanezza quella scritto in gratia d’una gentildonna, che di cio mi richiese; et non parendomi esser tale, che da altri fuor che da lei esser letta meritasse: havea meco proposto tenerla occolta; se per caso non fosse venuta alle mani di persona, che sotto il suo nome intendea publicarla. Perche essendomene rimasa la coppia originale; soffersi più tosto, quale ella si fosse, mandarla in luce, che tacendo lasciarla legger sotto altrui nome. Ma poscia in questi tempi della passata guerra pieno di rincrescevole otio, non possendo ne alla patria, ne agli amici, ne a’ me stesso in altra cosa giovare: havendo gia' scritto quelle cose di detta guerra, che erano a’ mia notitia pervenute; deliberai seguire tutto il ragionamento, onde era quella parte delle donne proceduta, istimando non esser men degno il parlare delle lode de gli huomini, che di quelle del sesso feminile: et dapoi aggiontavi la terza parte della miseria d’amendue, et della [p. 2v modifica]vanità degli studi loro, ho tutta la materia in un corpo se non bello, pur men difforme ridotta. Et dee questa riformatione à me non meno esser concessa, che fosse à Cicerone padre della latina eloquenza lo scrivere que degnissimi libbri dell’Oratore, ne quali volle supplire à ciò che havea lasciato ne rhetorici da lui in giovanezza composti; che fosse ad Agostino scrivere i ritrattamenti di ciò, che in diversi et infiniti libbri havea prima scritto; che sia ad Erasmo il fare stampare molte volte i suoi proverbi sempre con nuovo aumento et correttione; che sia stato à M. Pietro Bembo gli Asolani suoi venticinque anni innanzi divolgati, ultimamente correggere; che sia stato finalmente all’Ariosto riformar l’Orlando suo furioso. Et pur ch’io habbia in questo conseguito una parte del mio intento, cioè di far migliore questo che ’l primo libbro, assai mi parrà haver fatto. Ma quando etiandio altrimenti fosse; doverà il benigno lettore non sprezzare la buona voluntà; la quale in vero è di giovarlo et dilettarlo; avegna che le deboli mie forze non possano al desiderio sodisfare.