L'agiografia di San Laverio del 1162/Capitolo I

Capitolo I

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Dedica Capitolo II

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Capitolo I.

INTRODUZIONE.


La leggenda di san Laverio, che si dice scritta nell’anno 1162 da un diacono della chiesa di Saponara di Grumento, è una delle poco numerose fonti della storia di Basilicata al medio evo.

A titolo di fonte storica della regione basilicatese al medio evo io mi propongo di studiare questo vecchio monumento. E discutendo precipuamente dell’autenticità di esso; delle interpolazioni che vi innestarono; del tempo in cui le fecero; delle fonti onde attinsero e dello scopo che ebbero in animo di raggiungere gli artefici del monumento, io intendo di chiarire segnatamente quale grado di autorità si possa concedere, di sicuro animo, a quel documento del secolo XII.

Non intratterrò il lettore sul contenuto della leggenda propriamente detta. Il contenuto leggendario degli Atti agiografici non fa al mio scopo: e sarebbe cómpito inutile o superfluo il discuterlo. Intendo invece discutere non già quelle parti del documento che raccontino le geste o il sanguinoso transito del martire; ma sì quelle parti, che imbastite or come gala di drappo, late qui splendeat, al vecchio panno della leggenda or come ricordi onorevoli di patriottismo o di pietà, costituiscono la fonte che si vorrebbe autentica — e non è — di notizie attenenti alla storia medioevale della Basilicata. [p. 2 modifica]

Pubblico in fine di queste carte la leggenda stessa; e non perchè la sia ancora inedita: ma perchè all’esatto giudizio dei miei argomenti sarà pure necessario che abbia a ricorrervi spesso l’occhio di un lettore autonomo. Però la pubblicazione novella avrà corredo di note e di chiarimenti, che io stimo opportuni così alla retta intelligenza del testo che non è correttissimo, come al più ampio sviluppo della tèsi che io mi propongo di svolgere in queste carte.