L'Asino e il Caronte/L'Asino/Scena III
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Traduzione dal latino di Marcello Campodonico (1918)
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III.
Caupo et viator.
C. — Antiquum et notum amicum peregre advenientem ut libens video! ut mihi iucundum est ipsum et complecti et alloqui! V. — At ego, benevolentem compotorem invenire valentissimum, et laetor et habeo diis gratiam. C. — Quam cum stomacho bene? V. — Lupum in ventriculo gero... C. — Ut cum siti? V. — Exaruere pulmones calore et pulvere.
C. — Pueri, expeditissime afferte quo sitim levet... Heus! expergiscimini!... V. — Atqui consilium est prius pulverem pallio excutere. C. — Date linteolum... Ministrate frigidulam, qua et os et labra et faciem totam perluat.
V. — Ut me recreasti pocillo hoc crystallino!... Nil vidi unquam hoc ipso limpidius... Ut in eo salit nigellum tuum!... An, ut puto, est Casorianum?
C. — Reluite, pueri, pocula!... Miscete recentiusculum illud intimo e penu... Afferte... Centuresium hoc est... Cape! benivolentissime homo... Labra delibatim pertinxeris, pedes illico sentient... Mihi crede: illo in dolio Bacchus cum Vere lusitat... totum adeo doliolum flos est merus!
V. — Atqui putarim eo e dolio aurum scaturire... Aurum profecto liquentissimum digitis teneo... Fusile quidem hoc est, et potatile... ut dicunt! Labellantim profecto ducam, non uno haustu. Euge, Bacchi deliciolum!... Anima mihi ipsa congeminata est olfactu solo... Viden ut ipsum aurum aurescit in cyatho?... Anima mihi ipsa trigeminata est labellatu uno... C. — Salve, mi Geryones! salve, hospes Atlantice! V. — Quid mirum triplicem me factum, si Centauresium potito?!... si tuum istud mihi penu Atlanta est ipsa illa beatorum insula?! C. — Ah ah ah! Delinge, amabo, et hoc... (iniuriam enim, si hauseris, cadillo feceris...) et quidem substrictissimis labris... Fastinianum hoc est..., merum quidem Fastinianum!... reliquiae non modo huius, verum totius Campani penoris... Itaque sublibare te illud et quidem haustillatim volo. V. — An forte verendum est, ne hodie Fastinianum hoc tuum nobis exhibeat negocium? Scis quam mihi non placeat fastus... Et hos quidem vereor Hibernici generis homines fastum in naso qui gerunt... C. — Nihil Fastiniano hoc tuo suavi moratius est, rixas mirum est quantopere fastidiat somni solius amicum, atque blandiloquentiae. Sed, amabo, Hibernini hi sunt? V. — Quin horum aliquot Scotia nuper ab ultima Romam devecti. C. — Quaenam adventus causa? V. — Animi pervicacia quaedam, dum persuadere sibi nullo modo possunt Romano Pontifici liberos esse. Itaque invenerunt Pontificem ipsum filii nuptiis praesidentem aurato in solio, filiam vero Romanas puellas invitantem ad choreas, atque iis ipsis nuptiarum diebus natam Pontifici filiolam alteram... mirificam, mihi crede, Christianae religionis comprobationem!
C. — Quinam? V. — Si enim Deo nascuntur nepotuli, numquid non necesse est Christum ipsum mulieris utero prodiisse?
C. — Sane probatissimum argumentum. Proficiscendi autem Neapolim quaenam illis causa? V. — Leonardum primo Apulum, Barensem inde S. Nicolaum, post... Hierosolymam videre cupiunt, navi comparata. C. — Et probum et pium consilium! V. — Missa haec nunc faciamus,... quando refrigeratae mihi vires sunt. Iube his apparari coenam, atque ita quidem videto, coena ut sit. C. — Quid hoc verbi est? coena ut coena sit?... Non intellego... V. — Quae sit opipara; quae pluribus sit satis; quae sit bibax, loquax, somnulenta... C. — Bellissime! habeo... «Agite, benivolentissimi hospites, secedite in umbram... conquiescite..., sedate et sitim et aestum... Opulentissime pariter et lautissime mecum vobis erit...». V. — Atqui Italice nihil intelligunt... C. — Tute igitur illis blandire,... atque ut potisent et quidem quam recentissimum vide. Mihi curae id fuerit, Britannice ut discumbant. |
Scena III.
Un viaggiatore e l’Oste.
Oste. — Come vedo volentieri venir dall’estero questo vecchio amicone! Che piacere poterlo abbracciare e discorrere con lui! Viagg. — Io poi ringrazio Dio e mi rallegro di rivedere ancora questo fortissimo bevitore, che mi vuol tanto bene... Oste. — E... come si sta di stomaco? Viagg. — Mi par di averci un lupo... Oste. — E a sete? Viagg. — Mi si sono asciugati i polmoni dal caldo e dalla polvere... Oste. — Su, ragazzi! portategli al più presto da levarsi la sete... Su, svegliatevi! Viagg. — Sarebbe meglio, forse, prima spolverarmi un poco... e lavarmi... Oste. — Dategli un asciugamano... E versategli dell’acqua fresca per lavarsi la bocca e il viso, e tutta la testa... Viagg. — Buono, questo bicchierino!... ricrea proprio lo stomaco... Non ho visto mai nulla di più limpido e cristallino... E come ci spumeggia questo tuo Neretto! è forse di quel di Casoria? Oste. — Sciacquate i bicchieri, garzoni!... e mesceteci di quello più recente... quello della cantina più interna... Portate... Questo è Centuresio... Assaggialo, tu che sei un buongustaio... Ci avrai appena bagnato le labbra, che le tue gambe se ne accorgeranno tosto... Credimi: in quel barilotto Bacco scherza sempre con Madonna Primavera... È tutto un profumo!... Viagg. — Di più, avrei creduto che dal fiaschetto uscisse fuori dell’oro... È oro liquido quello che ho fra le dita... si fonde e si beve!... Bisogna sorseggiarlo a fior di labbra, e non buttarlo giù d’un sorso. Oh che delizia!... Tutta l’anima mi si concentra nell’olfatto e nel naso... Vedi? non è oro quello che indora il bicchiere?... Ho detto che l’anima mi si sdoppia? anzi mi s’intripla ad ogni sorso... Oste. — Salute, mio triforme Gerione, ospite Atlantico! Viagg. — E c’è da meravigliarsi se divento triplice, quando mi dai da bere di questo Centauresio?... se questa tua cantina mi par quella famosa Atlantide, l’isola dei Beati? Oste. — Ah ah!... Assaggia un po’ anche questo... (gli si fa torto, a inghiottirlo da ingordi!)... Assaggialo a labbra strette... Questo è Fastiniano, puro Fastiniano! ultimo avanzo non solo di questa, ma di tutte le cantine della Campania... Lo devi quindi sorseggiare a poco a poco... Viagg. — Non ci sarà poi da temere che questo tuo Fastiniano ci dia poi dei fastidi? sai che a me non piace il fasto... E questi tuoi avventori di stirpe Hibernica è gente che ha la superbia e il fasto fin nel naso... Oste. — Non aver paura: è un Fastiniano amabile e ben costumato; ha in fastidio le risse; non ama che il sonno e un po’ di parlantina... Ma di grazia, come sai che questi sono d’Hibernia? Viagg. — Anzi, sono diretti a Roma, venendo dalla più lontana Scozia... Oste. — E perchè son venuti? Viagg. — Per una certa loro ostinazione!... perchè non si volevano in nessun modo persuadere che il Romano Pontefice avesse dei figli. E così... han trovato il Papa in persona che, sopra il suo trono d’oro, presiedeva alle nozze di suo figlio; mentre la sua figliuola aveva invitato ad una festa di ballo le donzelle Romane; e proprio in quei giorni delle nozze era nata al Papa un’altra figlioletta... E questa è, credilo, una maravigliosa prova della verità della Religione cristiana! Oste. — Come mai? Viagg. — Perchè... se a Dio nascono dei nipotini, non è forse necessario che anche il figlio suo Gesù Cristo sia nato di donna? Oste. — È un bell’argomento, non c’è che dire. E perchè poi son partiti per Napoli? Viagg. — Prima voglion vedere San Leonardo di Puglia, poi S. Nicolò di Bari; infine si procureranno una nave, e andranno a visitar Gerusalemme. Oste. — Buon’idea, e da gente pia! Viagg. — Lasciamo star questi discorsi... Ora che mi si son rinfrescate le forze, fa preparar loro da cena, ma che sia vera cena... Oste. — Che discorsi son questi?... cena che sia cena?... Non capisco. Viagg. — Voglio dire che sia abbondante, da bastare per molti; sia beviona, loquace, sonnolenta. Oste. — Benissimo! ho capito... «Su via, gentilissimi ospiti, ritiratevi qui più al fresco... riposatevi!... calmate la vostra sete e l’arsura... Avrete da fare con uno che vi tratta lautamente e magnificamente... Viagg. — Bada, che non capiscono l’italiano. Oste. — Allora, accarezzali e invitali tu... e cerca di farli bere quanto più è possibile e del più recente. Io cercherò intanto di farli dormire all’inghilese... |