Juvenilia/Libro IV/Lauda spirituale

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LXIV.

LAUDA SPIRITUALE


Togliete, umana gente,
Togliete via le porte:
Io veggo a voi venirsene un potente
4Che mena gloria ed ha vinto la morte.

Non sorge innanzi a lui suon di paura,
Non compianto di turba dolorosa:
Sí fagli festa tutta la natura
Adorna in vista di novella sposa.
Date il lauro immortal, date la rosa,
Fanciulle, in suo cammino,
11Con la bianchezza del fior gelsomino.

Ecco, ei viene il re forte incoronato
Con segno di vittoria in mezzo a nui:
Fuggon dal volto suo morte e peccato,
Movon pace e salute ad un con lui.
Viene il signor che de’ ribelli sui
In sé portò la pena,
18E ne ricomperò con la sua vena.

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Ei ne si fece nel dolor consorte,
E tolse i nostri pesi e tolse l’onte:
Stiè nera intorno a lui l’ombra di morte,
Né volse il padre al chiamar suo la fronte;
Quel dí che rimirando al sacro monte
Uscîr de’ sepolcreti
25I santi d’Israele ed i profeti.

Egli è l’Isacco del buon tempo antico
Che porge al ferro il bel collo gentile,
E guarda il percussor con volto amico,
E gli si atterra semplice ed umíle:
Né il tien pietà del suo fior giovenile
Né de la fine amara
32Né de gli amplessi de la madre Sara.

Ed or la morte sua testimoniando
Qui seco trae la diva umanitade,
Tutto di gioia intorno irradïando
Sí come sole ch’ogni nebbia rade;
E gli alberghi del pianto e le contrade
Ove mortale è il lume
39Ei conforta del suo presente nume.

A lui ne’ regni de la sua vittoria
Reggia s’estolle d’artificio mira:
Cingelo come nube la sua gloria,
E molto amore angelico lo gira.
Voli dal loco ove il dolor sospira

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E vive morte e regna,
46Voli il mio canto a lui che sí ne degna:

E gli appresenti il duol de la sua gente
Che dal ben dilungata al ben desía,
Come cerva per sete a rio corrente,
Come augel preso a l’aëre natia.
Ei da la spera che piú in lui s’indía
Mandi benigno un raggio
53A chi piú affanna ed erra in suo viaggio.

Levate, umana gente,
Levate su le voglie
E i petti casti a questo re clemente
57Che quale a lui si volga in fede accoglie.