Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
142 | juvenilia |
E vive morte e regna,
46Voli il mio canto a lui che sí ne degna:
E gli appresenti il duol de la sua gente
Che dal ben dilungata al ben desía,
Come cerva per sete a rio corrente,
Come augel preso a l’aëre natia.
Ei da la spera che piú in lui s’indía
Mandi benigno un raggio
53A chi piú affanna ed erra in suo viaggio.
Levate, umana gente,
Levate su le voglie
E i petti casti a questo re clemente
57Che quale a lui si volga in fede accoglie.