Questo testo è stato riletto e controllato. |
Giosuè Carducci - Juvenilia (1850)
Libro I - Non son quell'io che già d'amiche cene
◄ | Libro I - Qui, dove irato a gli anni tuoi novelli | Libro II | ► |
Non son quell’io che già d’amiche cene
Destai la gioia tra’ bicchier spumanti.
Torpe la mente irrigidita, e piene
4D’amaro tedio stan l’ore cessanti.
Ira è che il viver mio fero sostiene
Sol una, e il cor con sue tede fumanti
M’arde e depreda. O miei verd’anni, o spene
8Mia che mi giaci, ahi già sfiorita, innanti!
Anche del caro imaginar la brama
Al tempo m’abbandona; e resta, immane
11Muto fantasma, intorno a me, la vita.
Ma un’ombra io sento che il mio nome chiama,
E duolsi a me che sola ella rimane,
14E di là da le quete onde m’invita.