Questo accidente seguì nel 1400; e duoi anni appresso morì Giovan Galeazzo duca di Milano; la cui morte, come di sopra dicemmo, a quella guerra che dodici anni era durata pose fine. Nel qual tempo, avendo il governo preso più autorità, sendo rimaso sanza nimici fuora e dentro, si fece la impresa di Pisa, e quella gloriosamente si vinse; e si stette dentro quietamente dal 1400 al 33. Solo nel 1412, per avere gli Alberti rotti i confini, si creò contra di loro nuova balia, la quale con nuovi provedimenti rafforzò lo stato, e gli Alberti con taglie perseguitò. Nel qual tempo feciono ancora i Fiorentini guerra con Ladislao re di Napoli, la quale per la morte del Re, nel 1414, finì. E nel travaglio di essa, trovandosi il Re inferiore, concedé a’ Fiorentini la città di Cortona, della quale era signore; ma poco di poi riprese le forze e rinnovò con loro la guerra, la quale fu molto più che la prima pericolosa, e se la non finiva per la morte sua, come già era finita quella del Duca di Milano, aveva ancora egli, come quel Duca, Firenze in pericolo di non perdere la sua libertà condotto. Né questa guerra finì con minore ventura che quella, perché, quando egli aveva preso Roma, Siena, la Marca tutta e la Romagna, e che non gli mancava altro che Firenze ad ire con la potenza sua in Lombardia, si morì. E così la morte fu sempre più amica a’ Fiorentini che niuno altro amico, e più potente a salvargli che alcuna loro virtù. Dopo la morte di questo Re stette la città quieta, fuori e dentro, otto anni; in capo del qual tempo, insieme con le guerre di Filippo duca di Milano, rinnovorono le parti; le quali non posorono prima che con la rovina di quello stato il quale da il 1381 al 1434 aveva regnato, e fatto con tanta gloria tante guerre, e acquistato allo imperio suo Arezzo, Pisa, Cortona, Livorno e Monte Pulciano. E maggiore cose arebbe fatte, se la città si manteneva unita, e non si fussero riaccesi gli antichi umori in quella; come nel seguente libro particularmente si dimosterrà.