Istorie fiorentine/Libro settimo/Capitolo 9

Libro settimo

Capitolo 9

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Papa Pio, in questi tempi, aveva composte le cose di Romagna; e per ciò gli parve tempo, veggendo seguita universale pace, di muovere i Cristiani contro al Turco; e riprese tutti quelli ordini che da’ suoi antecessori erano stati fatti; e tutti i principi promissono o danari o genti, e in particulari Mattia re d’Ungheria e Carlo duca di Borgogna promissono essere personalmente seco, i quali furono da il Papa fatti capitani della impresa. E andò tanto avanti il Pontefice con la speranza, che partì da Roma e andonne in Ancona, dove si era ordinato che tutto lo esercito convenisse; e i Viniziani gli avieno promessi navigi per passarlo in Stiavonia. Convenne per tanto in quella città, dopo lo arrivare del Pontefice, tanta gente che in pochi giorni tutti i viveri che in quella città erano e che dai luoghi vicini vi si potevano condurre mancorono, di qualità che ciascuno era dalla fame oppressato. Oltra di questo non vi era danari da provederne quelli che ne avevano di bisogno, né arme da rivestire quelli che ne mancavano; e Mattia e Carlo non comparsono, e i Viniziani vi mandorono uno loro capitano con alquante galee, più tosto per mostrare la pompa loro, e di avere osservata la fede, che per potere quello esercito passare. Onde che il Papa, sendo vecchio e infermo, nel mezzo di questi travagli e disordini morì. Dopo la cui morte ciascheduno alle sue case se ne ritornò. Morto il Papa, l’anno 1465, fu eletto al pontificato Paulo II, di nazione viniziano. E perché quasi che tutti i principati di Italia mutassero governo, morì ancora, l’anno seguente, Francesco Sforza duca di Milano, dopo sedici anni ch’egli aveva occupato quel ducato, e fu dichiarato duca Galeazzo suo figliuolo.