Venuto per tanto Niccolò Piccino a Lucca, i Fiorentini di nuovi movimenti dubitorono, e feciono cavalcare con le loro genti nel paese di Pisa Neri di Gino, e da il Pontefice impetrorono che ’l conte Francesco si accozzasse con seco, e con lo esercito loro feciono alto a Santa Gonda. Piccinino, che era a Lucca, domandava il passo per ire nel Regno; ed essendogli dinegato, minacciava di prenderlo per forza. Erano gli eserciti e di forze e di capitani uguali, e per ciò, non volendo alcuno di loro tentare la fortuna sendo ancora ritenuti dalla stagione fredda, perché di dicembre era, molti giorni sanza offendersi dimororono. Il primo che di loro si mosse fu Niccolò Piccino, al quale fu mostro che, se di notte assalisse Vico Pisano, facilmente lo occuperebbe. Fece Niccolò la impresa; e non gli riuscendo occupare Vico, saccheggiò il paese allo intorno, e il borgo di San Giovanni alla Vena rubò e arse. Questa impresa, ancora che la riuscisse in buona parte vana, dette non di meno animo a Niccolò di procedere più avanti, avendo massimamente veduto che il Conte e Neri non si erano mossi; e per ciò assalì Santa Maria in Castello e Filetto, e vinsegli. Né per questo ancora le genti fiorentine si mossono; non perché il Conte temessi, ma perché in Firenze dai magistrati non si era ancora deliberata la guerra, per la reverenzia che si aveva al Papa, il quale trattava la pace. E quello che per prudenza i Fiorentini facevano credendo i nimici che per timore lo facessino, dava loro più animo a nuove imprese; in modo che deliberorono espugnare Barga, e con tutte le forze vi si presentorono. Questo nuovo assalto fece che i Fiorentini, posti da parte i rispetti, non solamente di soccorrere Barga, ma di assalire il paese lucchese deliberorono. Andato per tanto il Conte a trovare Niccolò, e appiccata sotto Barga la zuffa, lo vinse e quasi che rotto lo levò da quello assedio. I Viniziani, in questo mezzo, parendo loro che il Duca avesse rotta la pace, mandorono Giovan Francesco da Gonzaga, loro capitano, in Ghiaradadda; il quale, dannificando assai il paese del Duca, lo constrinse a rivocare Niccolò Piccino di Toscana. La quale rivocazione, insieme con la vittoria avuta contro a Niccolò, dette animo a’ Fiorentini di fare la impresa di Lucca e speranza di acquistarla. Nella quale non ebbono paura né rispetto alcuno, veggendo il Duca, il quale solo temevono, combattuto da i Viniziani, e che i Lucchesi, per avere ricevuto in casa i nimici loro e permesso gli assalissino, non si potevono in alcuna parte dolere.