Ispirazioni/Ai lettori

Ai lettori

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A Gino Galli

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I cortesi che porranno gli occhi su queste pagine non potranno certamente astenersi dall’esclamare: — O vanità! Non solo t’insinui malignamente nel cuore degli nomini, ma tenti benanco di sconvolger quello delle povere creature condannate all’ago e ai ferri.... da calza! Ecco qui una personcina il di cui nome è ignoto a tutti, che invasa dalla tua diabolica insania, getta in un canto i femminili arnesi, e scrive con una franchezza senza pari tutte le idee più o meno piccine che le frullano nel capo....

Signori carissimi, rispondo senza sconcertarmi, siete padroni di giudicar come vi piace questi poveri scritti, ma errate nel credere che la smania di accattar fama abbiami indotta a dargli alla luce....

Dio mio! Composti in una età quasi infantile, essi giacevano sotto una spietata polvere, nascosti allo sguardo di tutti, allorquando un giorno son visti da mio padre che gli prende, e gli porla ad una stamperia....

Opposi una eroica resistenza, e pregai mi fossero restituiti, soggiungendo esser io troppo fanciulla per [p. 4 modifica]poter sopportar con indifferenza, la compassione — spesso oltraggiante — di coloro che gli leggerebbero....

— «Che cosa vai fantasticando con la compassione? rispose mio padre; credi forse, mia cara, che il privilegio delle persone colte e gentili, sia quello di sprezzare i primi e deboli tentativi che nella carriera letteraria fa un giovine e inesperto ingegno? Oh no! Dimmi hai mai sentito parlar della madre che batta il proprio figlio onde punirlo di non saper fare a causa della tenera età, i passi lunghi e veloci? Hai mai veduto che la vigilante massaia spenga la lampada al principio della veglia, allorquando è mancante d’olio? — Non credo. — E come dunque puoi supporre che i tuoi concittadini voglino avvilir la tua buona volontà con una degradante compassione? È colpa tua se a sedici anni non sapesti far meglio? — Non temer nulla — ; E se invece d’alcuna lode otterrai una parola di consiglio od una savia ammonizione, sii grata agli amorevoli che vorranno porgertela, poichè mentre la prima avrebbe potuto unicamente solleticar la tua vanità, potranno le [p. 5 modifica] seconde, senza fallo, consolidarti negli ottimi studii e incoraggiarti nell’ardua carriera della buona letteratura».

Lettori cari, che cosa avreste fatto nei miei piedi?

Null’altro che rassegnarsi ai voleri paterni.

Ho creduto però bene il trascriver questa breve conversazione, onde mostrare ai miei amici che non ho avuta la ridicola presunzione d’inalzarmi ad un volo impossibile....

Inesperto ed implume uccellino, ho ancora bisogno di riscaldarmi nel seno materno, prima di spiegar l’ali a regioni più pure.

Si sorrida adunque al buon volere d’una giovinetta, ed essa non sarà che troppo premiata della leggiera fatica.


Firenze, 16 Maggio 1870.

ida baccini cerri.