Iscrizioni (Rapisardi)
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- CATANIA.
In questa casa
nel giugno del MDCCCLX
fu ospite venerato
NICOLA FABRIZI
che nelle cospirazioni, nell’esilio, tra l’armi,
cooperando con Mazzini e con Garibaldi
alla libertà e alla gloria d’Italia,
diede esempi memorabili di veneta prudenza,
di romana prodezza, di spartana austerità.
- NAPOLI.
In questa casa morì povero e incontaminato
Giovanni Bovio che meditando con animo libero
l’Infinito e consacrando le ragioni dei popoli
in pagine adamantine ravvivò d’alta luce
il pensiero italico
e precorse veggente
la nuova età.
- CATANIA
A GIACOMO SACCHERO anima gentile di poeta e di cittadino,
che gli ozii dolorosi dell’esilio decenne consolò con lo studio dei fiori
e con i fiori della poesia,
la patria non immemore
pone questo ricordo.
- ROMA.
Albergava in questa casa
Giovanni Bovio
che attinta nella scienza della vita la realtà suprema dell’ideale, ammonendo ed ammaestrando
la generazione discorde, romanamente visse e morì.
Il Fascio giovanile repubblicano
gli consacrava questo ricordo
nel giorno augurale della terza Italia
XX Settembre MCMIV.
- FIRENZE.
In questa casa molti anni meditò e scrisse
Gaetano Trezza che, sfidando le ire e le insidie
dei potenti e dei bacchettoni
con sentimento profondo della vita moderna,
con entusiasmo d’apostolo, con feconda dottrina
iniziò e propagò in Italia
una critica scientifica.
- NAPOLI.
Matteo Renato Imbriani
ammoniva da questa casa
il popolo prediletto
d’intendere
con opera animosa e costante alla integrità e alla libertà d’Italia
minacciate da rissose ambizioni, insidiate da colleganze codarde.
Il sodalizio democratico,
ricordando il magnanimo cittadino
e proseguendone l’opera,
ravviva la sua fede nella vittoria dell’Ideale.
XX Settembre MCMV.
- CATANIA.
In questa casa
visse e morì Gioacchino Paternò Castello di Biscari
che l’avito censo i tesori dell’anima buona
per la libertà, d’Italia, per la religione del libero pensiero,
con modestia pari al coraggio,
con fede fino all’estremo inconcussa,
tranquillamente profuse.
- CATANIA.
Questo teatro
edificato a spese del Comune
e dedicato al nome immortale
di VINCENZO BELLINI
fu solennemente aperto
la sera del X Novembre MDCCCLXXXII
ad ammaestramento e sollazzo del popolo
e a perenne decoro della città.
- LARINO. (Campobasso)
“su le rovine dell’anfiteatro
Questo rudere insigne
ammonisce
che un popolo decaduto non è indegno dell’antica grandezza
finché serbi fede alle virtù che resero grandi i suoi padri.
- CATANIA.
CARONDA
antichissimo legislatore d’Italia
istituiva in questa sua città, nel settimo secolo avanti Cristo,
il primo celebrato ginnasio condotto da uomini liberi
a spese dello Stato;
poche leggi dava e molte norme
di pubblico e privato costume
alla Sicilia e alla Magna Grecia;
e santificandole con l’esempio
meritava gloria immortale
qual fondatore austerissimo
di civiltà.
- CATANIA.
Qui
dov’era l’Albergo del Leon d’Oro alloggiò dal 2 al 5 maggio del 1787
VOLFANGO GOETHE che, nella contemplazione beata
dell’Etna e del mare
popolati di tanta gloria di miti,
ritemprava l’olimpico ingegno
allo splendore della greca giovinezza immortale.
- CATANIA.
STESICORO
poeta e musicista Imerese, intrecciò con siciliano ardimento
l’eroica narrazione alla lirica, la poesia pastorale inventò,
al coro tragico diè nuova posa, illeggiadrì d’altri ritmi la melopea.
Odiato dai tiranni, come avviene ogni tempo ai magnanimi,
ebbe da Catania ospitalità generosa ed onori supremi;
tradito dalla fortuna,
che tutte ne sommerse le opere,
trionfò ventisei secoli
con lo splendore
del solo nome.
- SALA CONSILINA.
XXV Aprile MCMIII
Il popolo di Sala Consilina
commemorato solennemente
il nome glorioso
di
GIOVANNI BOVIO
gli ha dedicato questa lapide
perché splenda sempre vivo l’esempio
di una vita purissima di sapiente e di cittadino
tutta consacrata all’indagine del vero,
alla religione del bene, all’apostolato della libertà.
- CATANIA.
A Giuseppe Garibaldi
che la notte del 18 agosto 1862
pronunziava da questa casa
le storiche parole
“Roma o Morte”
il popolo catanese
dedicava questa lapide
il 2 giugno MDCCCLXXXIII
primo anniversario
della morte dell’Eroe,
a gloriosa memoria del fatto,
ad abborrimento perpetuo
di usurpatori, di sacerdoti,
di reggitori codardi.
- CATANIA.
’l’ucio Boscarini
fautore fervidissimo di libertà.
implacabile agl’impostori
del tempio, della reggia, della piazza,
nel ridestarsi delle popolari energie,
presentendo prossima l’ora
delle rivendicazioni sociali,
ne propagò senz’ambizione la fede,
non disanimato dal ghigno della nobilesca burbanza, della diffidenza borghese,
della gazzettiera venalità; inteso ed amato dai lavoratori
che nella rovente parola di lui
sentirono il fremito della propria coscienza;
rispettato dagli avversari,
che ne riconobbero gl’intenti generosi
e ne lodarono l’innocentissima vita.
- CATANIA.
ALESSANDRO MANTESE
pria capitano nell’esercito nazionale,
poi commissario, ingegnere, ispettore
delle strade ferrate;
benemerito di Catania
che alla solerte opera di lui
deve in gran parte l’ampliamento del molo e l’acconcia dogana;
vissuto unicamente al dovere, altra ricchezza non lasciò alla famiglia adorata
che la memoria indelebile di una vita operosa con incorrotto costume.
- CATANIA.
Ad Agatino Paternò Castello
dei principi di BISCARI comandante la guardia nazionale
nel MDCCCXLIX pongono questa conoscente memoria
i Catanesi perché non sia dimenticata
la magnanima risposta
che egli diede al Satriano
persuadente la resa della ribellata città:
“Coi Borboni non si patteggia”.
- CATANIA.
All’ipocrisia volpeggiante
fra la scuola e la sagrestia, ai conciliatori della scienza col sillabo,
all’imbestiato borghesume, che tutto falsando e trafficando,
d’ogni sacrificio eroico
beatamente sogghigna,
le coscienze, cui sorride ancora la fede
nel trionfo di tutte le umane libertà,
lanciano oggi ad una voce dalle università Italiane
una sfida solenne
a gloria della tua virtù,
a vendetta del tuo martirio
o GIORDANO BRUNO.
I.
CARLO ARDIZZONI
uomo di vario sapere,
di tenace proposito, di sincera virtù,
visse con l’animo fra’ migliori antichi,
e di loro fu degno.
II.
Lo studio amoroso
della lingua d’ ltalia gli alimentò il culto della patria;
la piena scienza
delle umane istorie
gli crebbe la fede
nell’Ideale.
- LOANO (Genova).
DANTE solo poeta degno di te,
o GARIBALDI, saluta con un suo verso
la madre tua
ROSA RAIMONDI
che ebbe il natale in questo paesello
sorriso dalla natura
e illuminato dalla tua gloria:
Benedetta colei che in te s’incinse.
- MANTOVA (in una pergamena).
A ROBERTO ARDIGO'
indagatore sapiente dei fenomeni del pensiero e del sentimento.
assertore impavido
della naturale formazione
e dell’unità molteplice della vita.
la Società magistrale Mantovana, col plauso degl’insegnanti elementari d’Italia,
della Società filosofica
dei professori di Morale e di Pedagogia, festeggiando l’ottantesimo compleanno
del Maestro sublime,
augura con fervidi voti
che la nuova generazione
cresca degna di lui
nel culto della scienza,
nell’apostolato della verità.
- CATANIA.
A Edmondo De Amicis che in questa casa alloggiò
nel 5 Novembre del 1906,
al cittadino, allo scrittore, al maestro
la cui opera fu tutta un’armonia
di bontà di bellezza di amore, gli studenti delle scuole elementari
pongono questo ricordo
come segno del monumento perenne
che gli consacra il cuore del popolo
da lui confortato
con la parola, con gli scritti, con l’esempio alle fulgide ascensioni dell’Ideale.
- S. GIUSEPPE VESUVIANO.
Qui nel 1876
GIOVANNI BOVIO
illuminando la coscienza dei lavoratori
ansiosi di liberi instituti
Siate concordi, ammonì,
e sarete forti,
siate giusti
e sarete liberi.
Non vada perduta, o lavoratori,
la parola del sapiente!
- GIARRE (in una pergamena).
A EDOARDO PANTANO che con mente di statista
e cuore garibaldino sfolgorava gl’iniqui patteggiamenti
d’una politica da sensali,
gli elettori, gli ammiratori, gli amici
offrono questo segno di gratitudine,
non senza far voti
che l’animo del popolo
consapevole assai dei propri diritti,
educate sempre più al dovere ed al sacrificio,
cooperi unanime con i suoi tribuni
alla prosperità d’Italia,
alla libertà del lavoro, alla conquista dei supremi ideali.
- PALERMO.
Splenda alla memoria dei secoli
l’epopea del 27 Maggio 1860
preparata da cuori siciliani,
scritta col miglior sangue d’Italia
dalla spada prodigiosa
di GARIBALDI.
Riecheggi nella coscienza dei popoli il tuo ruggito, o Palermo,
sfida magnanima a tutte le perfide signorie,
auspicio di liberazione a tutti gli oppressi del mondo.
XXVII Maggio 1910.
- TARANTO.
Torquemeda disse ai monarchi:
Uccidiamo il Pensiero!
FERRER disse ai carnefici:
Il Pensiero non muore.
La Scuola Moderna
scriverà col mio sangue
la vostra condanna.
- GIARRE (in una pergamena).
A Edoardo Pantano che con mente di statista
e cuore garibaldino sfolgorava gl’iniqui patteggiamenti
d’una politica da sensali,
gli elettori, gli ammiratori, gli amici
offrono questo segno di gratitudine,
non senza far voti
che l’animo del popolo
consapevole assai dei propri diritti,
educato sempre più al dovere ed al sacrificio,
cooperi unanime con i suoi tribuni
alla prosperità d’Italia,
alla libertà del lavoro, alla conquista dei supremi ideali.
- MONREALE.
A ROSOLINO PILO
precursore nobilissimo di libertà,
morto combattendo per la patria addì 21 giugno 1860,
il popolo monrealese
auspice il Municipio
consacrava questo conoscente ricordo,
perché la dissimile età non dimentichi
quanta religione d’amore di dolore di sacrificio
leghi ancora, dopo tante amare delusioni,
la generosa anima siciliana all’unità e alla gloria della religione.