Io veggio ben siccome acerbo e rio
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Gio. Girolamo Acquaviva
Io veggio ben siccome acerbo e rio
È quello stato in cui mi pose Amore,
Donna, qualor da tuoi begli occhi fuore
L’acuto stral che mi trafisse uscìo.
5Da quel momento ahi lasso! è il viver mio
Continua morte: e pur l’aspro dolore
Fuggir potrei ma nol consente il core:
Sì traviato è il folle mio desìo.
Conosce gia sotto qual scorta infida
10Va camminando e per qual duro calle
Ei segue Amor che al precipizio il guida:
Nè a sì crudo Signor volger le spalle
L’alma risolve: e spera e in lui s’affida,
In lui, che strazio solo e angoscia dalle.