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SONETTI
D’ALCUNI ARCADI PIU’ CELEBRI
GIO. GIROLAMO ACQUAVIVA.
Io veggio ben siccome acerbo e rio
È quello stato in cui mi pose Amore,
Donna, qualor da tuoi begli occhi fuore
L’acuto stral che mi trafisse uscìo.
5Da quel momento ahi lasso! è il viver mio
Continua morte: e pur l’aspro dolore
Fuggir potrei ma nol consente il core:
Sì traviato è il folle mio desìo.
Conosce gia sotto qual scorta infida
10Va camminando e per qual duro calle
Ei segue Amor che al precipizio il guida:
Nè a sì crudo Signor volger le spalle
L’alma risolve: e spera e in lui s’affida,
In lui, che strazio solo e angoscia dalle.
I1
Mira l’eroe che tutto in se raccolto
Cuopre col petto l’assalite porte,
E l’acerba ferita ond’egli è colto,
Men gagliardo fa il braccio e il cor più forte.
- ↑ In morte del Maggior Riviera seguita in un fatto di arme.