Io ben l'udìa, ma non credea poi tanto
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IV
Io ben l’udìa, ma non credea poi tanto
Del bel garzon, della gentil donzella;
Ch’ei così vago, ed ella così bella
Fosser, come correa d’intorno il vanto.
5Or ch’io li veggio colle Grazie accanto,
E con gli Amori, e sento la favella,
Benedico quel dì, che quello, e quella
Strinsero il nodo prezioso, e santo.
E chiamo quei, che dopo noi verranno,
10Che guardin fisso i duo vaghi sembianti,
Se di fiamma sublime arder vorranno;
Nè sien mai stanchi di tenere innanti
Quelle due vaghe idee, che in lor vedranno
Lo specchio degli Amori, e degli Amanti.