Io, per brio, saperebbe volentieri
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1847 e 1849
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Io, per brio, saperebbe volentieri
si ccurre puro nell’antri paesi
sta fiumara de prencipi, marchesi,
conti, duchi, bbaroni e ccavajjeri.
Perchè a Rroma, per brio, tra ffarzi e vveri,
n’ho intesi tanti a mmentuà, nn’ho intesi,
che mmeno sò li moccoletti accesi
che ttengheno smorzati li drughieri.
È una gran cosa, pe’ cquer brio sagrato,
de nun poté ffà un passo in gnisun loco
senza pijjà de petto un titolato!
Eh, Ppapa io, nun me faria confonne!
voria ridusce er monno a ppoc’a ppoco
tutto quanto in du’ crasse: ommini e ddonne.
9 gennaio 1847