Interviste dal libro "TUTUCH (Uccello tuono)"/Intervista a Tom Hill
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1. Per la sua tradizione culturale la vita è un dono o una punizione?
Stando alla mia tradizione la vita è un dono. La mia filosofia di vita è il risultato sia dell’influenza della cristianità che della fede della casa lunga. Nel 1950, quando ero un ragazzo, la mia familgia era cristiana, protestante: a quell’epoca c’era una specie di persecuzione per coloro che vivevano secondo la tradizione. V’era un intero movimento della “Chiesa” per eradicare la mentalità dominante, per moralizzare i costumi, e ridicolizzare la tradizione. È interessante dire che i suoi adepti si riferivano alla popolazione della casa lunga come a dei selvaggi, e tale situazione è durata fino agli anni sessanta.
C’è solo un Creatore che ha fatto il mondo e secondo la nostra tradizione noi rendiamo sempre grazie al Creatore per tutti i suoi doni.
2. Perché siamo qui: per lottarci o per aiutarci?
Non per lottarci. Nel corso della storia, certamente anche noi abbiamo difeso spesso i nostri diritti, rendendoci conto sempre dell’importanza del potere. Fino agli 1990, quando abbiamo avuto la crisi di Oka, la nostra posizione è stata quella di coloro che hanno sempre negoziato tutto con la pipa della pace. Per noi la terra è importante. Avevamo e ancora abbiamo i guerrieri per proteggere la terra, che ci è stata data. Prima che arrivassero gli Europei, vi furono molte guerre fino a quando i nostri antenati ricevettero la Grande Legge.
3. Che significa per lei la parola “capo”?
La parola capo è importante, indica una persona alla quale è stato dato un grande ruolo dal Consiglio della Confederazione. Una volta v’erano 50 capi, ma c’erano sempre le matrone del clan dietro ognuno di loro. Oggi, la situazione è cambiata, perché c’è il sistema elettorale ed i capi non hanno più l’autorità di una volta.
4. Quali sono le sue responsabilità?
L’uomo di medicina cura il suo popolo. Anch’egli è un capo. “Sciamano” non è una parola gradita presso la nostra comunità. Per gli Ojibway lo sciamano è molto importante, ma non per gli Irochesi. Probabilmente la parola migliore da usare è uomo di medicina.
5. Che tipo di organizzazione sociale avete?
C’era una società matrilineare. Gli uomini erano responsabili per la caccia, per la guerra, per la preparazione del campo da coltivare; le donne per l’insegnamento e per il governo all’interno della palizzata. Era così prima che gli Europei arrivassero. Coltivavano il mais, che era molto importante per la sopravvivenza sin dal 1500-1800 a. C. Le case lunghe erano i luoghi dove vivevano.
Il tabacco era un’altra pianta molto importante, perché permetteva il contatto con il mondo celeste, al quale ci riferiamo spesso, e addirittura di parlare con il Creatore attraverso il fumo che da esso si sprigiona quando brucia.
6. Qual è il ruolo della donna nella vita del gruppo? Chi si occupa dell’educazione dei figli?
Nella casa lunga le donne sedevano su un lato e gli uomini sull’altro: non erano amministratori ma oratori, e dovevano preoccuparsi che la fede fosse mantenuta. Tutto ciò è ancora oggi valido e ci si siederà nella casa lunga secondo il proprio clan: ogni clan ha il suo posto prestabilito.
7. Cosa può dirmi circa la proprietà? Mi spiego: come venivano distribuiti i beni tra i membri del gruppo?
Non è il modo in cui voi parlate di possesso della terra. Noi abbiamo una riserva nella quale ci vengono dati dei biglietti di locazione. Io possiedo della terra, l’ho avuta da mio nonno, ma non posso venderla, posso solo vendere il biglietto di locazione ad un altro indiano della riserva delle Sei Nazioni.
8. Qual è il suo massimo dovere?
Il mio massimo dovere è di mantenere viva la cultura del mio popolo. Ognuno ha uno scopo.
9. Come punite i colpevoli?
Noi avevamo il nostro sistema di leggi, ma abbiamo sempre creduto che non vi sono criminali. Se qualcuno commetteva qualcosa di molto grave, come un assassinio, veniva allontanato dalla comunità.
10. L’essere umano è superiore agli animali e alla natura?
Noi non siamo superiori, siamo parte di un tutto.
11. Qual è l’essenza dell’essere umano? È una creatura speciale con una missione speciale?
Il mio popolo usava dire: <<L’essere (umano) e il Creatore camminavano giù per la strada e l’essere disse: “Ora devo fare molte cose in modo da dominare tutti sulla terra”; ma mentre egli parlava il Creatore (a sua insaputa) mosse la montagna alle spalle dell’uomo e quando egli si voltò andò a sbattervi contro tanto da vedere la sua faccia stampata sulla montagna. Era un modo per sottolineare che egli non è poi così importante, perché dipendiamo da tutto il resto della creazione>>.