Interviste dal libro "TUTUCH (Uccello tuono)"/Intervista a Lindsay Leborgne
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(membro del consiglio della riserva di Kahnawake)
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1. Per la sua tradizione culturale la vita è un dono o una punizione?
Penso sia un dono. Se lei guarda al bel cielo, se vede gli animali, se respira l’aria, deve ammettere che è un dono. Se ora vuole sapere chi ci ha fatto questo dono, devo dire che dipende dalla religione in cui crediamo. Stando alla nostra tradizione è stato il Creatore. Egli creò il mondo, noi, tutti gli altri popoli diversi, gli animali, il tuono, la pioggia.
Il Creatore ci mise qui per godere di questa terra: voglio dire che è come per le altre diverse religioni, ognuna ha il suo Creatore, che lo chiamo Dio, o Cristo, o con qualsiasi altro nome non ha importanza. Credo che tutte abbiano la stessa convinzione che noi siamo qui per goderci la vita, per rispettare gli altri per come si vorrebbe essere rispettati. Credo che tutte le maggiori religioni hanno tali princìpi, e la nostra religione è analoga. Noi dobbiamo fare le cose giuste, e non disturbare gli altri, e altrettanto loro con noi.
Devo dire, in tutta onestà, che non so se Egli sia uno Spirito, o una Persona, o un’Energia, non so come spiegarlo. Questa domanda è molto difficile! Sì, credo che Egli ci abbia messo qui per una certa ragione, qualunque essa sia. Sono qui per cercare di fare il meglio che posso, proprio ora, per aiutarla nella sua indagine, e questa è la mia ragione, e tutto sta andando per il meglio. Mentre io sono qui, forse, lì fuori mio fratello sarà ucciso, ma (che noi lo comprendiamo o meno) così ha voluto il Creatore.
2. Perché siamo qui: per lottarci o per aiutarci?
Noi siamo qui per cercare di aiutare nel modo migliore amici, famiglia, chiunque. Se abbiamo dei problemi ci dobbiamo aiutare l’un l’altro: così mi hanno insegnato!
3. Che significa per lei la parola “capo”?
Bene, se vuole andare indietro nella nostra tradizione (come ho capito che ha bisogno di fare), i capi erano i leader di questi popoli. Nei tempi antichi di solito venivano scelti non con un voto, ma dagli anziani e dalle donne. Essi crescevano con qualcun altro, che sapeva che un giorno sarebbero diventati i leader, forse per la loro saggezza o per qualche altra qualità: certamente, essi dovevano saper fare delle cose meglio di altri. Non credo sia difficile giudicare se una persona ha o meno delle qualità: su via, lei è in grado di dire quando una persona ha certe qualità! Per esempio, può vedere come gli altri bambini lo ascoltino. In verità, è difficile, ma se si occupa dei bambini e li vede crescere, è in grado di dire se quello lì sarà uno sveglio o no. Capisce cosa voglio dire?
Le donne nella nostra comunità sono state le persone dominanti: era una comunità matriarcale. Gli uomini erano sempre separati dalle donne. Intendo dire che le donne si prendevano cura dei bambini e gli uomini andavano a caccia, a raccogliere cibo, e a lottare, se necessario.
Certo, ora usiamo il sistema elettorale che le persone legate alla tradizione non riescono ad accettare, perché preferirebbero comportarsi alla maniera antica. In quei tempi non era così, ma sarebbe difficile oggi, perché in Kahnawake abbiamo settemila persone. Dal momento che stiamo parlando di molti anni fa, allora forse avevano un centinaio di persone e perciò era molto più facile gestire la comunità. Oggi vi sono molte influenze, siamo molti ed in più abbiamo differenti culture, perché vi sono persone (come me, ad esempio) che sono state in tutto il mondo, e abbiamo idee diverse: forse dovrei dire che vi sono molte filosofie!
4. Quali sono le sue responsabilità?
Nei tempi passati il leader doveva sempre assicurarsi che la sua gente avesse di che mangiare, che non fosse disturbata da persone cattive. Sa, vi sono sempre state le persone cattive, sia indigene che di altre nazionalità. Cattive erano quelle persone che non lavoravano sodo e non si preoccupavano per gli altri, proprio come succedde oggi. Quindi, era necessario proteggere il proprio popolo dall’influenza di altre popolazioni indigene. Ma ciò è vero per ogni popolo, si trovano angeli e diavoli dovunque, in ogni comunità. Perciò, non voglio dire che i nativi sono i buoni e gli altri cattivi. Ad ogni modo, in ogni comunità, ed anche qui proprio ora, abbiamo dei cattivi, che sono un piccolo gruppo. Ma come lei sa, di solito, poche persone senza scrupoli possono causare molti problemi a tutti, anche se sono pochi: è sempre stato così, e credo che sempre lo sarà. Per esempio, i Palestinesi lottano contro gli Ebrei. Sfortunatamente è difficile ottenere la pace! Comunque, ci piaccia o no, il Creatore ha voluto così, almeno io credo.
5. Che tipo di organizzazione sociale avete?
Le dirò dei tempi antichi, innazitutto, ma – vede – anche quando io ero ragazzo le donne facevano tutto, intendo dire che si prendevano cura della casa e dei bambini mentre gli uomini andavano lontano a lavorare e tornavano col cibo, i soldi o quant’altro: ma le donne tenevano banco! Inoltre, deve sapere che una volta gli uomini di questa comunità per il novanta per cento andavano tutti a lavorare a New York e si indebolirono, perciò le donne governavano la comunità. Gli uomini tornavano il fine settimana per portare i soldi. Venivano il venerdì e andavano via la domenica, per cui non v’erano uomini in giro. C’erano gli anziani ed i giovani, ma nessuno dell’età intermedia.
6. Qual è il ruolo della donna nella vita del gruppo? Chi si occupa dell’educazione dei figli?
Nei tempi antichi le donne ne avrebbero avuto cura. Erano le donne che si assicuravano che i bambini andassero a scuola o che sapessero ciò che dovevano sapere. Per esempio, esse insegnavano ai bambini come cucire i loro vestiti, a raccogliere il cibo, e ogni cosa utile. Grosso modo oggi la vita qui non è molto diversa da quella che si conduce fuori. Abbiamo le nostre scuole regolari, abbiamo scuole materne, abbiamo la scuola elementare, la scuola superiore, ma non abbiamo il college, perciò i ragazzi vanno al di fuori della riserva. Anche se abbiamo queste scuole, molti genitori scelgono di mandare i figli a studiare fuori dalla riserva. Mio nonno (è morto, ora avrebbe avuto 85 anni) andò a scuola fino alla terza elementare, poi dovette lavorare per aiutare la famiglia: c’erano quattordici o quindici bambini da sfamare, ma credo che sia così dovunque.
Una volta la nostra era una tradizione orale: non avevamo una lingua srcitta fino a quando i preti non arrivarono qui due o trecento anni fa. Prima di allora le cose funzionavano così: io dico a te, tu cerchi di ricordare e lo dici a lui, e così via. Ma sono sicuro che questo avviene anche presso altre popolazioni indigene, per esempio in Africa. Ebbene, quando non si ha una lingua scritta funziona così. Allora non avevamo la tecnologia, ma ora sì.
7. Cosa può dirmi circa la proprietà? Mi spiego: come venivano distribuiti i beni tra i membri del gruppo?
In passato non avevamo proprietà privata, eravamo un popolo nomade. Eravamo agricoltori e quando il suolo non era più produttivo ci spostavamo altrove. Da qui a New York era il territorio su cui ci spostavamo avanti e indietro per coltivare la terra. Ancora oggi coltiviamo la terra e andiamo a caccia, mo io preferisco andare a caccia da “Maxi’s”, il super-mercato qui vicino! Personalmente non amo ammazzare gli animali! Ma vi sono di coloro che ancora lo fanno.
Nei tempi antichi erano abituati a rendere grazie al Creatore – beh, è come una preghiera cristiana prima di mangiare – e ringraziavano anche l’animale, per essersi offerto per sfamarli. Essi uccidevano solo gli animali di cui avevano bisogno e usavano tutto. Ogni parte dell’animale veniva usata, e condivisa con gli altri. Del resto, come lo si poteva conservare? Dunque, una volta non c’era proprietà privata e questa terra era in comune. Tuttavia, questo tempo è passsato e ora ci comportiamo come tutti gli altri: ora questo è mio, qquello è tuo. Però, il mio compito è di aver cura di tutta la comunità. Ciò che è in questa comunità può essere venduto solo all’interno di essa, per legge: si può comprare al di fuori della comunità, ma non vendere. Io posso uscire dalla comunità per qualche tempo e qualcun altro può venire a stare qui per alcune settimane, ma non per periodi troppo lunghi.
Noi torniamo qui, perché sentiamo molto il legame con la terra, è essa che ci fa quello che siamo. Questa è la ragione per cui nel 1990, dal momento che volevano costruire un campo di golf in un cimitero, fummo circondati dai militari e marciammo con loro. Nel nostro pezzo di terra abbiamo autostrade, abbiamo piloni di alta tensione, binari di treni in pochissimo spazio. Perciò, la gente disse: <<Basta! Questo è tutto quello che ci è rimasto!>>. Se per qualche motivo dovessimo spostarci altrove, certo rimarremmo dei Mohawk, ma non sarebbe la stessa cosa, sarebbe una privazione: questo è il nostro territorio!
8. Qual è il uo massimo dovere?
Il mio massimo dovere è di preoccuparmi per il futuro, per le generazioni che devono venire: penso che ciò debba stare al fondo dei nostri pensieri. Voglio credere con tutte le mie forze che i miei pronipoti si potranno godere questa terra: sarebbe stupido lottare contro chi mi ha preceduto per poi non avere nulla per i miei figli. Ora, anche al di fuori della nostra comunità cominciano a preoccuparsi per l’ambiente, per l’ecologia.
9. Come punite i colpevoli?
Ora ci rifacciamo al sistema giudiziario canadese: andiamo in corte, abbiamo le nostre corti. In passato, credo che uccidessero un uomo che aveva ucciso, e di sicuro lo mandavano via dalla comunità, ma non conosco bene queste cose.
10. L’essere umano è superiore agli animali e alla natura?
Non credo sia superiore, può usarli non abusare di essi, non per dominarli, bensì per sopravvivere: è una sorta di bilancia, di equilibrio.
11. Qual è l’essenza dell’essere umano? È una creatura speciale con una missione speciale?
Per me l’uomo è speciale, siamo più intelligenti degli animali, noi manipoliamo il nostro ambiente, noi sappiamo curare, interveniamo sugli altri esseri umani, mentre sicuramente gli animali non lo sanno fare. Perciò, penso che noi siamo ad un livello più alto, ma dobbiamo rispettare le altre creature.