Interviste dal libro "TUTUCH (Uccello tuono)"/Intervista a Davis Rice
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1. Per la sua tradizione culturale la vita è un dono o una punizione?
È un dono del Creatore per adempiere le nostre responsabilità e aver cura della madre terra, di cui siamo fatti. Molti di noi, oggi, sono confusi in merito a tali insegnamenti e al loro significato. La vita è una cosa preziosa per noi come per ogni società e credo che sia un premio. Se pensiamo di essere stati puniti con l’essere stati messi su questa terra, è per le sfide che dobbiamo affrontare. Il migliore premio a tutte le difficoltà si ha quando si guarda la faccia innocente e serena di un bambino che dorme, e si prova come un privilegio nel prenderlo in braccio. Questo è il dono più prezioso che possiamo ricevere.
Certamente, il Creatore è un Egli! Mi diverto sempre a pensare se il Creatore sia un Lui o una Lei, ma anche se sono più grosso di mia moglie, non posso fare nulla senza di lei: so chi comanda, è lei che dà la vita.
2. Perché siamo qui: per lottarci o per aiutarci?
Per entrambe! Nel corso della storia della società per migliorare le cose devi lottare. È nella natura umana, e se si guarda alla creazione in un modo o nell’altro c’è sempre un dominio. La stessa cosa succede alle persone, sia che esse sono Aborigeni o Ebrei, o Bosniaci, o Croati. Credo vi sia una ragione per ogni cosa e la ragione per cui i popoli lottano è di costruire un’altra forza: è come quando si verifica una morte in una famiglia, è il momento in cui le persone si riuniscono, rafforzano i legami e si aiutano l’un l’altro. Bisogna pensare che lottarsi ha un’altra funzione. Credo che mai abbiamo avuto e mai avremo una società senza conflitti: i conflitti formano il carattere, e sono convinto che il male sia necessario.
3. Che significa per lei la parola “capo”?
Niente. Nella mia comunità un capo è come qualsiasi altro. So che in passato aveva specifiche responsabilità. Un capo doveva affrontare molti sacrifici: da noi il capo è l’ultimo a mangiare, egli antepone sempre il popolo, non il contrario. In generale è uguale agli altri.
4. Quali sono le sue responsabilità?
La ragione per cui sono qui da 14 anni è che ho delle responsabilità di fronte ai membri della comunità, sia che mi votino o no, sia che credano in me o meno io devo aiutarli, perché arriva sempre un momento in cui avranno bisogno di aiuto: il mio dovere è di sedere qui e di ascoltare tutti coloro che hanno dei problemi. Non sento di essere qui per proteggere la settima generazione, perché sento che se non adempio alle mie responsabilità sin da ora, la settima generazione non esisterà. Secondo me, molte persone hanno le idee confuse a proposito della settima generazione. Potrei dire la centesima generazione o la seconda, ma se non sono in grado di sedare una discussione tra due persone che stanno rovinando un bambino o stanno distruggendo la loro vita, allora non so cosa significhi settima generazione, se non riesco a garantire la salvezza nemmeno della prossima. La gente vuole credere nella settima generazione, è una cosa bella e filosoficamente è una buona risposta. Ma io non so perché nella nostra tradizione si parla di sette generazioni. Credo che con ciò ci si vuole riferire al futuro: sette generazioni sono circa cento e quattro anni. Ad ogni modo, credo che la mia massima responsabilità riguardi l’oggi, per assicurarmi che stiano bene, così avranno cura della prossima generazione.
Sono convinto che mi hanno scelto perché ho forte sentimento per questa comunità. Appena 20 anni fa hanno cominciato a riconoscere la loro identità. Prima tutti qui erano cattolici o protestanti, ma negli ultimi due anni stanno riconoscendo le loro radici.
5. Che tipo di organizzazione sociale avete?
Secondo me, l’organizzazione sociale in questa comunità è come quella di tutte le altre: abbiamo servizi sociali, e sta a me dare aiuto. Le donne una volta facevano tutto; gli uomini provvedevano al cibo. Le donne erano le madri, le insegnanti, … avevano il ruolo più importante nella nostra società. Effettivamente sta alle donne di fare in modo che tutto proceda.
6. Qual è il ruolo della donna nella vita del gruppo? Chi si occupa dell’educazione dei figli?
Ognuno ha la possibilità di provvedere a se stesso e alla propria famiglia, sia che si scelga di andare a scuola e diventare un professionista, sia che si decida di andare a lavorare nella costruzione, sia che ci si avvii agli affari, sia che si decida di non fare niente.
7. Cosa può dirmi circa la proprietà? Mi spiego: come venivano distribuiti i beni tra i membri del gruppo?
Attualmente è un grosso problema, perché nessuno ha proprietà privata, ma ci siamo abituati ad avere un certificato di possesso, di cui si occupa il ministero degli Affari Indiani a Ottawa, che stabilisce che qualcosa è mio. Ciò è sbagliato, tutti dovrebbero poter fare quello che vogliono. Se riusciremo a superare tale situazione, potremo aprire di nuovo le nostre porte, la gente potrà diventare non-violenta e potremo ritornare alla vita del passato.
8. Qual è il suo massimo dovere?
Il mio massimo dovere è la famiglia. Nel crescere la mia famiglia sto cercando di assicurarmi che si rispettino l’un l’altro, perché se hanno tali idee nella mente la vita sarà più facile per loro: non devo stare lì ad ogni passo. Se potremo superare tali difficoltà avremo successo e potremo continuare.
9. Come punite i colpevoli?
Li perdonavamo in passato, tanto che stava diventando un problema. Puoi rapire una donna e dire: <<Mi dispiace>>, e noi saremo portati a perdonare.
10. L’essere umano è superiore agli animali e alla natura?
No, non credo. Questa domanda è molto filosofica e se avessi tempo le direi che noi siamo microscopici per un altro essere più grosso. Non credo che l’uomo sia superiore, perché se ci confrontiamo con gli altri animali, vediamo che il loro modo di comportarsi è una lezione che noi dovremmo imparare, per cui non siamo superiori. Se la televisione e il telefono ci rendono superiori, allora lo siamo. Penso che sia una domanda davvero difficile.
11. Qual è l’essenza dell’essere umano? È una creatura speciale con una missione speciale?
Sì, è una creatura speciale come tutta la creazione: siamo qui per un breve periodo e credo che dobbiamo usare quello che abbiamo al meglio. Siamo così intelligenti da diventare stupidi.