In morte di Corinna Secondina

latino

Diego Vitrioli 1871 1871 Pier Felice Balduzzi Indice:Vitrioli - Epigrammi latini, G. Nobile, 1871.djvu Epigrammi Letteratura In morte di Corinna Secondina Intestazione 23 novembre 2023 75% Epigrammi

Trasibulo vincitore dei XXX tiranni, e Catone Uticense I papiri Ercolanesi
Questo testo fa parte della raccolta Epigrammi latini di Diego Vitrioli

[p. 79 modifica]

Già la notturna tenebra
    Copre la terra e il mare:
    Di Dite inesorabile
    Fuggendo il limitare
    Riedi, o Corinna, ai memori
    Giuochi, che a se t’appella
    La dolce tua sorella.
Spesso, il rammento, al nascere
    Delle lucenti stelle,
    Guidar solevi gli agili
    Cori delle donzelle;
    Nè in menar danze viddero
    Le genti mai più destra,
    Nè più gentil maestra.
Talor su veste frigia
    Meco trattando l’ago,
    Godevi un flor dipingere
    O una leggiadra immago,
    E della notte il tedio
    Ingannavamo intanto
    L’una dell’altra accanto.
E meco, allor che il roseo
    Lume apparia del giorno,
    Le belle labbra ai cantici
    Scioglier ti piacque; e intorno
    Un blando suon di cetera
    S’udia commisto ai versi
    Così leggiadri e tersi.
Ahi! cruda morte, ai miseri
    Mortali ognor infesta,
    Tu l’uman gaudio in lagrime
    A convertir sei presta:
    O mia sorella, o candida
    Luce degli occhi miei
    Spenta per sempre sei!
I lauri si rivestono
    Di fiori e frondi nuove,
    E fra i dipinti margini
    Lento il ruscel si muove:
    Ma ahimè! che fra le grazie
    Della natura e il riso
    Non veggo il tuo bel viso.
Fra la notturna tenebra
    Solo suonar si sente
    Il canto della bubbola
    Mestissimo, dolente;
    Solo s’ascolta gemere
    Il pauroso augello
    Sul tuo deserto avello.
Bal.