Il voto alle donne/Per conchiudere

Per conchiudere

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Suffragio universale?

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PER CONCHIUDERE.


Sorvolo alle minuzie. Confido che il Partito socialista finirà per convincersi che le sue riserve circa il voto alle donne, escludendole di fatto dall’agitazione pel suffragio universale, tornerebbero tutte a suo danno. Non mi appello ai “sommi principi„, alle “alte idealità„; rimango sul terreno del concreto e del contingente, che s’impone a tutti gli altri partiti socialisti del mondo.

L’industrialismo, che, rivoluzionando tutta la vecchia vita sociale, spinse il proletariato a costituirsi e ad agire come partito politico di classe; strappando la donna al focolare, come elemento più docile allo sfruttamento, e lanciandola nella concorrenza contro l’uomo, creò le cause profonde della solidarietà fra i due sessi delle classi più sfruttate, per la difesa comune della loro vita, dei loro diritti, della loro discendenza.

Anche in Italia le lavoratrici — lo esemplificava assai bene Romelia Troise nell’Avanti!, 16 aprile — si moltiplicano rapidissimamente. Sono già quasi 6 milioni, senza tener conto delle donne della media e minore borghesia, più spremute spesso e angustiate delle stesse operaie. Allontanare — colla doccia fredda dei piccoli opportunismi politici — questa massa di energie e di entusiasmi dal combattimento economico e politico, significherebbe ritardare le conquiste anche soltanto maschili. Oh! le riserve opportunistiche, le avanzeranno a suo tempo — non temete — le classi dominanti, nel loro proprio interesse; non c’è bisogno che siamo noi a suggerirgliele.

Di più: solo il movimento delle donne proletarie impedirà l’estensione del voto alle sole privilegiate. In Inghilterra, questo stava già, dopo ripetute prove, per trionfare in Parlamento, e il relativo bill, vittorioso alle prime due letture, cadeva, nella terza, per pochissimi voti; quando l’irrompere nella lotta delle tessitrici in zoccoli del Lancashire e dei milioni di lavoratrici di tutte le industrie (manifestavano a Trafalgar Square 20 mila donne della borghesia e [p. 31 modifica]in Hyde Park 150 mila proletarie) infranse i rosei calcoli del femminismo elettorale borghese. Probabilmente, almeno in Prussia, dove regna ancora il voto per classi, le Fraurechtlerinnen avrebbero già la vittoria, se il socialismo tedesco non avesse, da gran tempo, chiamato a raccolta il proletariato femminile.

Eppure, quando, venti anni fa, la geniale e coraggiosa Klara Zetkin iniziava, nel partito, l’organizzazione delle proletarie, non mancarono, come in Italia, i sorrisi, le ironie, il boicottaggio della stampa socialista. Ma l’energia di quelle donne, corroborata dall’aiuto di Bebel — la più completa personalità di socialista e di uomo — ebbe ben presto ragione del filisteismo maschile, anche socialista. Due anni sono, il Congresso di Lipsia constatava la meravigliosa fioritura delle organizzazioni femminili, economiche e politiche. Abolita, nel 908, la legge che precludeva le società politiche alle donne, queste ascendevano nel partito, da 29 mila a 62 mila (9382 nella sola Berlino); nelle organizzazioni economiche intanto, dall’892 al ’908, erano salite dall’1,8 al 7,6% del proletariato organizzato. La Gleichheit, con 77.000 abbonate, diventava una delle migliori fonti di reddito pel partito, mentre un foglio volante di propaganda più popolare per le madri e le giovinette superava il milione e ¼ di tiratura.

"Sono donne diverse dalle nostre„: mormoreranno gli scettici. — Le borghesie dei varî paesi non hanno mai ragionato diversamente, a proposito dei loro socialisti e dei loro proletarî! — Quello intanto è il più numeroso, il più completo dei partiti socialisti, forse il più prossimo al trionfo. Ma esso — o socialisti italiani — non si è dimezzato con le sue medesime mani.

Il partito socialista italiano non deve, non può, rinunziare ad aumentare le forze proletarie. Il reclutamento contemporaneo, per la conquista del suffragio universale, degli uomini e delle donne del lavoro, non nasconde alcuna ingrata sorpresa, e sarà, ne ho ferma fede, ricco di vantaggi incalcolabili, economici e politici, per tutto il proletariato. — All’opera, dunque!

ANNA KULISCIOFF.