Il ventoux
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IL VENTOUX.
Come un re gigante, seduto sulla pianura in mezzo alla sua corte di principi galanti, il Ventoux alza la fronte coronata di bianchi capelli e porta, come mantello, l’ermellino sovrano. È coperto, grazie a Dio, di neve quasi tutto Tanno e le nubi che vanno verso tramontana, s’arrestano lassù, bel pennacchio di lana, e lo fan somigliare al Vesuvio ardente. Il giorno verso il cielo azzurra, la notte verso le stelle leva un capo altero; ma la sua razza fedele s’agita o dorme pacifica nei verdi prati circostanti. E il rumore delle genti e gli strazi della guerra e tutto il baccano delle città della terra, muoiono prima di commuovere un pastore del Ventoux.
Louis Charrasse
1868.
LOU VENTOUR.
Tau qu’ un rèi gigantas asseta dins la plano
Au mitan de sa court de princihoun galant,
Ventour aubouro un front courouna de péu blanc
E porto en mantelet Tarmino soubeirano.
Es cubert, dóumacl, de nèu quasi tout Tan.
E li nivo que van de-vers la tremountano
S’arreston eilamount, bèu plumachié de lano,
E fan qu’ansin reverto au Vesùvi brulant.
Lou jour vers lou cèu blu, la niue vers lis estello,
Lèvo un cap autourous. Mai sa ra?o fidèlo
Vanego o dor paisiblo i prat verd dis entour.
E lou trafé di pople, e lis estras di guerra,
E tout lou chafaret di déuta de la terrò
Moron avans d’esmòure un pastre dóu Ventour.
(Armarla dóu Ventour, A. 1899).