Il vampiro (1831)/Introduzione
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IL VAMPIRO
INTRODUZIONE
La superstizione su cui è fondato questo romanzo è assai diffusa nell’Oriente, e sembra specialmente famigliare a’ popoli Arabi. Nella Grecia non s’introdusse se non dopo lo scisma della Chiesa Greca e Latina. In quest’epoca invalse la opinione, che il cadavere di un individuo addetto al rito latino non potesse consumarsi qualora fosse stato sepolto in un cimitero spettante alla Chiesa Greca. Questa credenza si consolidò a grado a grado, e divenne soggetto di molti meravigliosi racconti. Si novellò quindi che gli estinti sorgessero dalle toro tombe, e si pascessero del sangue della gioventù più florida ed avvenente. L’istessa superstizione alcunché svariata si spanse nell’Occidente, e segnatamente in Polonia e ne’ limitrofi paesi. In tutte queste regioni si credea che nell’ore più tarde della notte i Vampiri corressero a succhiare il sangue delle loro vittime, le quali diveniano emaciate, perdevano ogni vigore ed in brevissimo spazio di tempo periano di consunzione; mentre queste umane sanguisughe s’impinguavano a dismisura, le loro vene inturgidivansi in guisa che il sangue sgorgava da tutte le aperture del loro corpo, e dagli stessi pori della cute.
Nel giornale di Londra del Marzo 1732 evvi un singolare racconto di un caso di vampirismo generalmente creduto, che diceasi successo a Madrega. Il Comandante in capo, ed i magistrati di quella città affermarono unanimamente che circa cinque anni addietro un certo Heyduke, nomato Arnoldo Paolo, asserì che a Cassovia sulle frontiere delle Servia Turca era stato tormentato da un Vampiro, ma che avea trovato modo di liberarsi da questo infortunio mangiando un po’ della terra che avea servito di tomba al Vampiro, e stropicciandosi col di lui sangue. Questa precauzione non valse però ad impedire ch’ei divenisse Vampiro1, poichè 20 e 30 giorni dopo la sua morte e tumulazione molti si querelavano d’essere stati tormentati da lui, e fu deposto che quattro persone erano rimaste vittime de’ suoi assalti. Per impedire ulteriori sventure gli abitanti consultarono il loro Hadagnì; dissotterrarono il cadavere e lo ritrovarono (come si suppone avvenire sempre ne’ casi di vampirismo) fresco ed incorrotto, emettendo dalla bocca, dall’orecchie e dalle narici rivi di sangue florido e puro. Ottenutasi così la prova di tale misfatto ricorsero all’espediente usato per debellare il potere del Vampiro. Gli fu trapassato il cuore con una spranga di ferro, e dicesi che in quell’istante, sia uscito dal cadavere un terribile grido come se fosse stato tutt’ora animato. Ciò fatto gli recisero il capo e ne abbruciarono il corpo gettandone le ceneri nella tomba. L’istesse misure si adottarono riguardo ai cadaveri di quelli che perirono vittime del vampirismo. Quest’assurdo e ridicolo racconto è qui citato come il più acconcio ad illustrare la storia di questa superstizione.
In varie parti di Grecia il Vampirismo è riguardato come un castigo inflitto dopo morte agli uomini contaminati da orrendi misfatti, e si crede che questi enti perversi non solo divengano Vampiri, ma siano costretti a scegliere le loro vittime fra gli oggetti più cari del loro cuore, fra i più affini per amicizia e per sangue. Nel Giaurro di Lord Byron avvi un’imprecazione nella quale si allude a questo genere di vampirismo, e M. Sounthey nel suo bizzarro ma pur leggiadro Poema, il Talaba, introduce il cadavere reso Vampiro dell’Araba fanciulla Oneiza, la quale si rappresenta risorta dalla tomba, ad oggetto di tormentare colui che più d’ogn’altro avea amato mentr’era viva; ma non può supporsi che ciò le sia stato dato in pena di qualche delitto, essendo dipinta in tutto il romanzo come un modello di candore e d’innocenza. Il credulo Tournefort ne’ suoi viaggi ci fa una lunga narrazione di molti casi mirabili di vampirismo, de’ quali pretende di essere stato testimonio oculare, e Galmet nella sua grand’opera su questo argomento, oltre molti aneddoti ed istorie tendenti a chiarirne gli effetti, ha raccolto molte dotte dissertazioni per provare che questa spaventevole credenza era diffusa egualmente tanto fra le nazioni incivilite, che fra i popoli barbari.
Molte notizie curiose ed interessanti si potrebbero aggiungere su questa strana ed orribile superstizione, benchè quanto si è detto oltrepassi già i limiti di una annotazione riportata solo ad oggetto di facilitare l’intelligenza del seguente romanzo. Crediamo però di por termine a questa coll’avvertire che quantunque la voce Vampiro sia universalmente accettata, v’hanno però molt’altri sinonimi che si usano nelle diverse parti del mondo, come Vroucolocha Yardaulacha Goul Broucolocha.
Note
- ↑ È opinione generale che una persona succhiata dal Vampiro, dopo morte essa pure lo divenga e succhi il sangue alla sua volta.