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citato come il più acconcio ad illustrare la storia di questa superstizione.
In varie parti di Grecia il Vampirismo è riguardato come un castigo inflitto dopo morte agli uomini contaminati da orrendi misfatti, e si crede che questi enti perversi non solo divengano Vampiri, ma siano costretti a scegliere le loro vittime fra gli oggetti più cari del loro cuore, fra i più affini per amicizia e per sangue. Nel Giaurro di Lord Byron avvi un’imprecazione nella quale si allude a questo genere di vampirismo, e M. Sounthey nel suo bizzarro ma pur leggiadro Poema, il Talaba, introduce il cadavere reso Vampiro dell’Araba fanciulla Oneiza, la quale si rappresenta risorta dalla tomba, ad oggetto di tormentare colui che più d’ogn’altro avea amato mentr’era viva; ma non può supporsi che ciò le sia stato dato in pena di qualche delitto, essendo dipinta in tutto il romanzo come un modello di candore e d’innocenza. Il credulo Tournefort ne’ suoi viaggi ci fa una lunga narrazione di molti casi mirabili di vampirismo, de’ quali pretende di essere stato testimonio oculare, e Galmet nella sua grand’opera su questo argomento, oltre