Il sociologo, la sociologia e il software libero: open source tra società e comunità/Allegati/2

NTERVISTA APERTA AD ANDREA 1 SETTEMBRE 2010

../../Allegati/1 ../../Bibliografia IncludiIntestazione 20 agosto 2011 75% Tesi universitarie

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19 anni, diplomato in Informatica all'ITIS, iscritto al primo di scienze informatiche a Venezia, volontario nei LUG.



Premessa:

Si tratta di un ragazzo con cui, attraverso la community, ho interagito per alcuni anni, è stata la prima volta che l'ho incontrato di persona. L'intervista si svolge in una pizzeria dove ci eravamo dati appuntamento. I nomi di persone qui riportati sono tutti nomi di fantasia.


Intervista:


I: Io, Stefano De Boni Laureando in scienze sociologiche.

A: Andrea.



I: Lo sai che ho intervistato anche Stefano Zacchiroli? Sai chi è?

A: No!

I: È il leader mondiale di Debian Project.

A: Ah si, me l'avevi già detto, ma perché se vai ad intervistare uno così importante poi vieni ad intervistare me? C'è troppo gap!

I: Si cercano diverse tipologie di persone di verse, lui ha anche un'età diversa dalla tua. Tu hai 18, 19 anni?

A: 19!

I: Tu stai ancora facendo le superiori?

A: Ho finito, adesso vado a Venezia a fare informatica, ma faccio anche altre cose. Nell'ITIS ho curato una distribuzione specifica per le scuole, che è un progetto che ho fatto per l'esame. Per l'esame hai due possibilità negli istituti tecnici: o fai una tesina normale, come fanno ai licei; oppure puoi fare un progetto, allora il progetto che può essere un programma, oppure una configurazione particolare di un sistema, ad esempio i miei compagni hanno fatto videosorveglianza, e io ho fatto questa distribuzione Linux per le scuole. Poi la presenti alla commissione, all'esame hai dieci minuti per parlare di un argomento a piacere e quindi parli del progetto. Quindi io ho fatto una distribuzione derivata da Ubuntu che si chiama Skolelinux pensata per gli istituti tecnici. L'ho fatto assieme ad un mio compagno e adesso abbiamo deciso …

Cameriere: Buona sera avete deciso?

I: Si, io prendo una capricciosa.

A: mi da un paio di minuti?

Cameriere: Ok!

A: io sono sempre lento a decidere … e adesso vogliamo svilupparlo con un'azienda pugliese …adesso in ogni pizza mettono l'origano... qui sono specializzati nelle pizza, hanno quattro facciate solo di pizze... io sono lentissimo a scegliere le pizze e anche a mangiarle...

I: mi dicevi che lo stai sviluppando con un'azienda pugliese?

A: era partito come un progetto per l'esame, però poi io ho detto al mio compagno: “guarda Luca siccome è una distribuzione alla fine non ha senso che ce la facciamo per noi, cioè la usiamo solo noi due alla fine. Tu fai un sito web con tre pagine per spiegare quello che stai facendo, poi spargi un po' la voce. Qualcun altro potrebbe vederla”. Abbiamo fatto un sito web, ho scritto io un articolo sul giornale, passa parola e vai dicendo, alla fine questa azienda ci ha notato e quindi adesso è l'azienda ufficiale che porta avanti il progetto e quindi l'azienda si occupa di tutta la pubblicità, nel senso che va a parlare con gli enti, con le scuole, con i consigli di amministrazioni comunali, e si occupa di proporla un po' dappertutto. Abbiamo il patrocinio del comune di Vicenza, il patrocinio del comune di Modena, adesso c'è la regione Puglia che sta considerando l'offerta più economica. Grazie ad un sponsor faremo delle copie omaggio da mandare ai LUG per il Linux Day. Adesso stiamo facendo delle modifiche alla versione che abbiamo portato all'esame, piccoli ritocchi, miglioramenti, correzioni, perché ci eravamo dimenticati qualche pacchetto. Adesso stiamo rivedendo la parte che riguarda il software libero. Cioè ci sono moltissimi software liberi, però alcuni non liberi sul DVD …

Cameriere: Allora

I: una capricciosa.

A: Salamino piccante e patatine.

Cameriere: Da bere?

I: una birra da mezzo.

A: Una coca cola da mezzo.

Cameriere: A posto così? Grazie!

I: Luca è un tuo compagno?

A: Sì, di banco.

I: Su questo DVD avete messo anche dei moduli di software proprietario, mi dicevi?

A: Sì, ad esempio Falsh, drivers ndivia, skype, cose di questo tipo, programmi comuni. Lo scopo principale era di farlo vedere alla commissione, ma anche un po' in generale, che per la scuola ci può essere qualcosa di pronto, non c'è bisogno di perder tempo a fare tante configurazioni. Si può fare qualcosa che è già pronto e che basta installarlo e funziona. Metti il live [con un sistema che si autoesegue autonomamente sul computer che lo ospita] DVD nel computer e hai già tutto quello che serve per fare informatica, scienze, biologia, chimica ma soprattuta informatica e elettronica. Questi moduli proprietari sono poca roba in realtà. Non sono nell'installazione, c'è una piccola interfaccia grafica, se l'utente vuole se li aggiunge.

I: Sceglie lui se usare software proprietario oppure no?

A: Esatto!

I: tu seguivi dei progetti, mi sembrava tre progetti, tra cui Gimp [programma di grafica].

A: Si Gimp, ITIS Linux e Tuxfeed che seguo ogni tanto. In Italia è una community che è nata nel 2004 come supporto per gli utenti, perché a quel tempo non c'era nessun sito che parlasse di Gimp. È stato il primo sito e quindi anche uno dei più conosciuti. Adesso stanno cominciando a nascere molti siti su Gimp. Però secondo me non è til massimo dividersi in tanti parti, perché molte persone stanno su quel sito o su quell'altro, per cui sono tanti gruppetti che ….

I: Si disperde energia?

A: esatto! TuxFeed invece è un aggregatore di research su Linux, è il primo aggregatore che è nato in Italia e tutti gli altri sono copie di TuxFeed alla fine. Non mi interessa dirlo perché non l'ho fatto io, mi occupo anche di altro. L'unica roba che faccio e di aiutarli ogni a gestire i nuovi utenti che si iscrivono. Perché quando i nuovi blog si iscrivono, si segnalano: “questo è il mio feed”. Ci sono dei criteri per valutare se rientrano nell'ambito di attinenza. Quindi io visito il blog, leggo gli articoli, poi dico se sono pertinenti agli argomenti, se il blog ha una certa anzianità nel senso che... abbiamo fissato come quota tre mesi, se un blog è più giovane di tre mesi non lo inseriamo per poi vederlo morire il giorno dopo, se invece vedi che è già un attimo stabilito … ma è una cosa che faccio una volta ogni tre mesi, non è molto impegnativa.

I: Come mai hai deciso di andare a Venezia a fare informatica?

A: Con il treno ci arrivi in un'ora e venti. All'inizio ho detto guarda: “c'è informatica a Trento, c'è informatica a Padova”; e quindi stavo vedendo quelle due opzioni lì. Però Padova costa il doppio di Trento, è il triplo più affollata, sei seguito di meno, però vai a Padova solo perché ha il nome, e quindi se ti laurei a Padova sei più figo. E quella era meno distante da casa mia. Trento costava molto meno, era più giovane, come modo di insegnare, come modo di lavorare, solo che era molto distante e poi è … “stata comprata da Microsoft” perché ci butta dentro un sacco di soldi. Hanno un laboratorio lì, quindi è ovvio che tutti i lavori poi se li prendono loro e loro pagano l'università e pochi soldi arrivano dal ministero. Se csei un ricercatore che è pagato coi soldi della Microsoft devi stare molto attento perché se programmi con il software libero sei obbligato a tenerlo libero. Se invece parti da zero il lavoro rimane di proprietà dell'università e l'università la paga la Microsoft perché ci ha messo un sacco di soldi, quindi c'è il rischio di coinvolgimento. Poi c'è anche la distanza da valutare, per alcune scelte puoi decidere di rimanere a casa e fare il pendolare, per altre scelte devi trasferirti e stare lì. Venezia: ci io sono andato con la scuola in visita, abbiamo fatto un laboratorio, non mi ricordo più se sono due o tre giornate che abbiamo fatto staccate. Ci hanno fatto delle lezioni c'erano dei ricercatori o dei professori che ti facevano delle lezioni e poi si faceva laboratorio. È stato molto interessante, anche perché c'erano dei professori che ti stimolavano molto sulla ricerca sulla tecnologia informatica, anche sulla manipolazione delle immagini che è il campo che mi interessa, poi anche per il fatto che comunque è, bene o male, vicina e posso anche seguire altre cose. Banalmente, fare sport, nel momento in cui mi trasferisco a Trento non posso più andare in palestra e fare Karate, non è che lo fai con qualsiasi maestro, c'è il tuo maestro e la tu squadra anche se ce ne sono tantissimi di bravi, ma se tu hai iniziato un percorso preferisci continuare con quello ..

Cameriera: La coca …

A: Preferesci continuare con quello. Non avrei più potuto andare al LUG [Linux User Group] ad esempio, qui nella mia città, non avrei potuto più fare il volontariato che faccio adesso, tutte queste cose qua per cui …

I: Dov'è che fai volontariato?

A: Nella mia città c'è un Ufficio del comune che si chiama “Cantieri Giovani”, la fanno diverse attività, organizzazioni di concerti, eventi e in più c'è un'attività che si chiama “118 compiti” che è quello che faccio come volontariato, dove, praticamente, i ragazzi delle superiori aiutano i ragazzi delle medie o dei primi anni delle superiori a fare i compiti, che non è esattamente un doposcuola ma è un po' diverso insomma. Non sono delle lezioni, si fanno compiti. Quindi sia per quello che ho visto che fanno e sia per comodità mia ho scelto di andare a Venezia.

I: Non sapevo di discorso di Trento che era finanziato da Microsoft.

A: Hanno un laboratorio di ricerca che è tutto loro. Non l'ho visto di persona, ma l'ho letto, hanno avuto un accordo con l'università, insomma hanno il loro laboratorio. Un mio amico va lì all'università, l'ha visto e me ne ha parlato.

I: L'ultima discussione che è venuta fuori sul sito del LUG, relativamente al discorso di cosa è lecito e cosa non è lecito usare.

A: ci sono alcuni, per fortuna solo alcuni, due o tre teste calde che si fissano e fanno del pressapochismo. Ad esempio “Googlemaps non è un software libero” . Innanzitutto Googlemaps non è un software, è un sito [in realtà Googlemaps è un insieme di librerie java script, cioè sono un programma eseguito sul lato client, cioè sul computer del navigatori, cioè dal browser e non in remoto sul lato server]. Se tu mi parli che non vuoi andare sui siti web che non sono liberi, allora non apri più il browser, perché tu non conosci quei sorgenti. Quello di Google no! Quello di Yahoo no! Quello di Facebook no! Qualsiasi sito web, se tu vuoi conoscere il sorgente del mio blog … sai solo che è basato su software libero, ma allora cavolo se io cambio una riga di codice nel mio blog allora tu non visiti più il mio sito? Cioè, è un sito, un sito ti fornisce informazioni. Ho fatto un esempio banale sulla lista per cercare di farli rendere conto un po'. Puoi anche considerarlo un programma in un certo senso, tu non conosci il codice sorgente PHP che ci sta dietro per capire cosa fa. Però la Free Software Foundation ha una pagina ufficiale su Facebook, perché? Perché anche loro capiscono che non si tratta di un programma. Non è che stanno installando una licenza di software proprietario nel loro computer, stanno navigando su internet che è una cosa molto diversa. Free Software Foundation è molto ferma su i concetti di base. Quindi loro sono la fermezza ed è giusto che sia anche un punto di riferimento [Un punto di riferimento etico che sostiene l'open source nella sua accezione di software libero] che sia rigido, però tu non puoi essere più rigido di chi ha creato la definizione di software libero. Non puoi dirmi una cosa ancora più restrittiva, non ha alcun senso. Quindi sentire che Googlemaps non è un software libero ... Non è un software e basta, è un sito, grazie tante anzi... questo è volersi puntare e tirar rogne. Quando c'è da organizzare un Linux day un talk o qualcosa, non li vedi, e se li vedi son li seduti che ti guardano. Poi quando tu organizzi senza di loro quando loro non si sono mai interessati ti dicono: “a me non va bene”; e questo è l'atteggiamento. Ci sono due o tre persone che fanno così, questo ovviamente mi fa girar le palle però devi sopportarli.

I: Lo stesso se tu avessi bisogno di un certificato anagrafico, che però non è stampato con un software libero.

A: Si appunto, come quando facciamo i volantini per il Linux day allora dobbiamo dire: “no quella tipografia usa Indesign, quindi non va bene, non facciamo i volantini”; ho capito anch'io che se usano Inkscape sono iù contento, e se usano Scribe sono più contento, ma c'è un limite a tutto. Allora non vengo a mangiare qua perché la fabbrica che crea questa tovaglia usa Windows. Bisogna anche rendersi di quale sia il limite della sensatezza secondo me. Quello che ho detto a te in modo brusco, era perché era già capitato in passato, quindi non perché ce l'avessi con te, ma perché appena uno parla di Googlemaps, ma non te, tu non valevi far nessun … appena uno tira lo fuori stai sicuro che arriva un'altro … non bisogna neanche nominarlo, questo non ha nessun senso, perché le persone civili se tu parli … come [nome proprio di persona] che mi viene a dire: “ah ah ah”; ma tu devi rispettare le altre persone, puoi dire quello che pensi ma basta che non mi ridi in faccia e non mi dici me come rispettare le altre persone: “inizia te a non fare tanto il saputello”. Dopo gli ho risposto in modo quasi scherzoso in lista. Quando tu mi dici: “Googlemaps non è un software libero”, io ti dico: “discutiamo sulla definizione di software”, non ti dico: “ah ah ah”. È una cosa diversa. Poi la lista non è … cioè quello che ho scritto io non è il caso di discuterne, ho scritto … ma in lista non puoi discutere con loro perché son baruffanti … come con [nome proprio di persona], ma quando ci siamo visti di persona ci siamo capiti su quanto stavamo dicendo anche perché usiamo quasi le stesse robe in tutta tranquillità, ma per iscritto non son capaci di discutere. Perché non è il mezzo adatto, cioè gli esperti di comunicazione, non io, dicono che le cose scritte sono fraintese tra il 40 e il 50%, la voce tra il 10 e il 15%, quindi se tu scrivi non hai l'espressione del viso, non hai il tono di voce. Tutte queste cose non le hai, ed è ovvio che è più facile fraintendere e quindi dopo la gente si arrabbia. Perché magari dici: “questo mi ha offeso, mi ha detto una cattiveria”. Ma tu magari stavi scherzando o ti riferivi ad altro.

I: su quella mailing mailing li c'è molta discussione su questioni di opinione, almeno mi sembra di notare che quando le discussioni riguardano aspetti organizzativi, oppure su come risolvere il problema a qualcuno che si trova in difficoltà eccetera, allora il grado di fraintendimento è minore.

A: ma nell'organizzazione viene fuori dopo, perché quando è già stata organizzata una cosa arriva quello che dice: “non a me non andava bene così anche se non c'ero quando è stato deciso”; “Fatti tuoi”. Abbiamo parlato per mesi di organizzare l'evento tale. “tu non ti sei fatto vivo”; se mi vieni a dire: “non mi va bene niente”; cavoli tuoi e t'arrangi. C'è qualcuno che ha detto che la mailing list non è fatta per aiutare gli altri. Ma non c'è altro scopo: o aiuti qualcuno che ti vien a chiedere una mano, o organizzi talk, il Linux day, o eventi, o serate, o quello che vuoi, se no cosa lo usi a fare? Dice [nome proprio di persona] che è uno che è socio del LUG [di una città diversa da dove vive Massimo], di solito viene nella mia città perché è più comodo. Invece ci sono due o tre, pochi, che si credono il “dio della tastiera”: “perchè io so programmare, perché io sono più bravo qua e la”; cioè sicuramente sono delle persone che hanno delle doti straordinarie, programmatori bravissimi, personaggi che hanno fatto prodotti che adesso trovi dappertutto. Però anch'io posso dire che sono più bravo in qualcosa, però non è che devo impormi su di te perché io sono più bravo.

I: però il grado di fraintendimento quando si tratta di ad esempio di uno che ha dei problemi di funzionamento il fraintendimento è minore. Il fraintendimento riguarda discussioni che riguardano le questioni di opinione, sono quelle che provocano più flame …

A: Si però anche li sarebbe da vedere perché cos'è software cos'è non è, non è tanto un'opinione dovrebbe essere abbastanza definito. Dopo ti vengono a dire che se tu … quando tu riporti dei fatti citando anche dei link come prova, tu devi difenderti come se fossi in un tribunale …

Cameriera: capricciosa? Diavola con patatine?

I: Quante ore dedichi alla settimana nei progetti che segui?

A: Dipende, Beh dipende, perché un po' sistemo il progetto, un po' mi perdo su altre cose. Ad esempio in questi giorni sto facendo uno script in bash per scaricare le slide da Slideserve che è un sito dove tu puoi vedere delle presentazioni caricate dagli utenti. Siccome in questo sito l'utente può decidere se permettere o no lo scaricamento della sua presentazione. Tempo fa c'era un sito che aggirava 'sta cosa e ti dava direttamente il download del file, adesso hanno modificato la piattaforma e non puoi più scaricarlo, allora io mi sto facendo uno script che scarica più o meno le presentazioni. In realtà scarica delle immagini ma la presentazione funziona lo stesso.

I: Bypassi l'autorizzazione?

A: si perché scarico l'immagine video che tu vedresti nel tuo Flashplayer. Non è il file originale in Powerpoint o Pdf è convertito in immagine, e io scarico quella. Non è come avere il file vero perché non hai il testo copiabile non hai niente, vabbe', ma magari puoi studiartela, o se ti serve andare in giro con la presentazione, piuttosto che niente. Cioè magari mi metto a farmi le mie robette, i programmini, così, stupidi tra virgolette, o anche magari se mi arriva una email dall'azienda che dice: “guarda c'è 'sta novità nel progetto, c'è da fare una modifica sul sito WEB”.

I: L'azienda, quella pugliese?

A: Magari sto facendo tre robe alla volta, faccio una cosa, sospendo, ne faccio un'altra, insomma non è che ho degli orari che uno può darmi: “ok oggi fai un'ora di progetto!”

I: Tu hai un contratto con questa azienda?

A: Sì, sostanzialmente sì.

I: Cioè sostanzialmente significa?

A: In pratica, beh non è sono dipendente loro, è un contratto che io, Luca e l'azienda, tutti i guadagni che vengono fatti da noi e da loro vengono divisi al 50% tra loro e noi. Se loro fanno 1000 euro in un anno, cosa impossibile in questo momento, io prendo 250 euro, Luca 250 e l'azienda 500. La cosa interessante è che il contratto prevede di dividere i guadagni ma noi non abbiamo spese.

I: Mi hai detto che avete il patrocinio del Comune, giusto?

A: Patrocinio significa avere un timbro se devi fare dei volantini, non è economico ma è simbolico.

I: A chi è che l'avete chiesto il patrocinio?

A: Non ho idea, se ne è occupata l'azienda. Di queste cose se ne occupano loro, noi sistemiamo il sito.

I: Questa gente lavora con open source o lavora anche software proprietario?

A: Prevalentemente open source, ma ha anche soluzioni Windows credo. Però loro principalmente puntano sulle soluzioni basate su Windows.

I: La diatriba che mi sembrava era scoppiata ancora qualche anno fa tra puristi Debian e altre distribuzioni?

A: Ti riferisci al fatto di quando è venuto Giuliano dicendo che Ubuntu è un software proprietario. Ero appena entrato in mailing list. Dopo se la sono presi tutti con me perché ho detto: “pian coe paroe!” [Espressione dialettale che significa: “modera i termini!”] che era come dire: “dire che un Ubuntu è un software proprietario ce ne passa un po'”; solo perché c'è il pacchettino che ti serve per connetterti con wi-fi. Ok c'è un pezzo non libero, ma non significa che la distribuzione è software proprietario e che invita gli utenti a usare software proprietario mi sembra un po' esagerato.

I: Una delle cose che sostiene Zacchiroli è che rispetto ad Ubuntu, al di là delle questioni che sia proprietario o no, il disappunto sta nel fatto che Ubuntu non è riconoscente rispetto a Debian per il fatto che l'80% di quello che Ubuntu utilizza è Debian.

A: Non ha senso perché alla fine sono distribuzioni di software libero e quindi la concorrenza è fino ad un certo punto. Non è che Debian debba guadagnare soldi di più di Ubuntu.

I: No, non è una concorrenza economica, ma una concorrenza di spazio, di visibilità.

A: Comunque le patch1 e i lavori che vengono fatti da Ubuntu, da Canonical e altri, per quanto ne so io, perché non sono esperto di questi sistemi e potrei anche sbagliarmi, vengono riproposte ai pacchetti Debian. Quindi se io sono un programmatore e modifico un pacchetto per Ubuntu, poi per lo meno lo vado a segnalare sul sito di Debian o metto a disposizione il codice. Se tu guardi sul sito dei pacchetti di Ubuntu e cerchi un pacchetto, trovi il pacchetto modificato da Ubuntu tu unitamente a quello puoi scaricare il SID che è il file che indica tutte le modifiche che sono state fatte al pacchetto Debian da Ubuntu. Per cui se Debian vede che il suo pacchetto funziona peggio di quello di Ubuntu comunque può raccogliere quello che è stato fatto e applicare le stesse modifiche. Se scarichi un pacchetto Ubuntu che deriva da un pacchetto Debian è possibile vedere tutta la storia di quel pacchetto. Poi Ubuntu mantiene anche il “one paper cuts” che sono le cento cose importanti per gli utenti per migliorare l'interfaccia grafica. Queste poi vengono prese in considerazione per modificare GNOME e queste modifiche di GNOME vanno anche a vantaggio di Debian. Vabbe' uno può anche usare KDE. Il driver di connessione di connessione su Ubuntu è quello di Feadora perché l'ha sviluppato Red-Hat, se fanno modifiche a quello gli manderanno la patch e loro vedranno se accettarle. Se ognuno si lamentasse delle modifiche .... se guardi una delle quattro libertà del software libero è quella di fare delle modifiche.

I: Non è sul fatto che si possano fare delle modifiche …

A: Comunque gli autori sono sempre segnati, non è che le modifiche che fa uno sono nascoste e uno deve andare a leggere tutto il codice dall'inizio alla fine per capire dove sono, sono li, sono segnate.

I: Io penso che per riconoscimento loro intendano il fatto che nelle loro distribuzioni loro indichino esplicitamente anche per gli utilizzatori finali la parte di tecnologia Debian, che ne so, magari aggiungendo qualche nota su Debian nelle distribuzioni Ubuntu. Il discorso invece di distinguere tra open source e software libero: risponde anche questo ad un discorso tra puristi e buon senso oppure per te è qualcosa su un altro piano.

A: È come il discorso: “se lo dovremmo chiamare Linux o GNU/Linux”; ognuno ha i suoi motivi per usare un nome o l'altro. Ma è tutta energia sprecata, perché è come il tempo che spendiamo a scrivere sulla lista, perché uno dice che Googlemaps è un sito e l'altro invece dice che è un software. Se tu guardi il sito di Richard Stallman vedi che è sovversivo, lui è contro ogni cosa: è contro il libro di Henry Potter, è contro l'aeroporto di Parigi, è contro la coca-cola …

I: contro l'aeroporto di Parigi?

A: Non chiedermi il motivo, comunque so che è così, l'ho letto anche oggi. È contro i libri di Henry Potter perché una volta in Inghilterra è successo un casino per la data di rilascio del libro, i canadesi li hanno comprati qualche giorno prima, allora gli editori hanno scritto un comunicato che diceva che non si potevano leggere i libri e né prestarli, allora Richard Stallman ha detto: “non compriamo più i libri di Henry Potter”. Se vuoi si può ridire su qualsiasi cosa, tu dici una cosa e io ci trovo da ridere. Ma non è sempre così che si costruisce qualcosa. Hai avuto assolutamente ragione a ridire sul software proprietario ma fino ad un certo punto.

I: Anche Zacchiroli comunque ci teneva molto a questa distinzione tra software libero e open source.

A: se tu guardi Debian non è considerata libera dalla Free Software Foundation. C'è GNU sense, ce ne sone altre, cinque mi sembra, ma no Debian perché favorisce software proprietario non so che cavolo [ in realtà FSF ha ammonito Debian e l'ha scoraggiata ad usare una libreria scritta in C# un linguaggio che non da garanzie di rimanere libero, la FSF non riporta le distribuzioni GNU/LINUX libere e non, non ha senso visto che sono GNU/Linux e quindi ereditano le prerogative GNU ]. Troverai GNU/Sense che è un Ubuntu modificato ma non ha più nulla di proprietario. Io sono il primo a dire che Debian rappresenta benissimo il software libero ma per loro non è ancora abbastanza, a volte c'è troppa esagerazione.

I: Tu hai mai letto libri di Richard Stallman o Raymand?

A: Libri no, ho letto dei testi. Di Eric Steven Raymond ho letto “il modello open source”, “la cattadrale e il bazar”. All'inizio non capivo molto di Linux e queste cose qui, quindi mi sono detto: “leggo qualcosina”.

I: su un libro di Eric Steven Raymond, su “how to become an hacker” c'è una frase che dice “Chiunque possa darti degli ordini, può fermati dal risolvere problemi dai quali sei affascinato - e, visto il modo con cui le menti autoritarie funzionano, tali ordini generalmente saranno motivati da ragioni orribilmente stupide”. Io ho cercato di capire queste parole, ma non sono riuscito a capire cosa intendesse per “chiunque può fermati dal risolvere problemi”, non riesco a capire quali sono le situazioni relativamente all'open source dove si trovano degli impedimenti. Cioè non capisco se ci sia qualche costrizione sociale, qualche impedimento?

A: L'episodio per cui è nato tutto su Richard Stallman del software libero, è la stessa cosa, lui doveva risolvere un problema con il driver, loro hanno detto: “no, perché non ti diamo il codice”; questa è un motivazione stupida, e lui sapeva benissimo come risolvere il bug. Lui ha detto: “poi vi mando le correzioni e le potete dare anche agli altri”, e loro: “no ma … non ti diamo il codice”. Loro gli hanno impedito di risolvere 'sto problema. Perché dovevano tenersi il codice del driver della stampante. In senso lato anche il fatto che ti tocca comprarti un computer con la licenza Windows ti impedisce di risolvere un problema. Quando il computer ti va lento come un ippopotamo, però il problema è che te lo compri ogni volta che ti compri un computer. Allora cos'è quello? Un deterrente per non usare altre cose. Però io voglio risolvermi il problemi e voglio usare Linux. Posso anche togliermi Windows, però intanto lo paghi. Nonostante non ci sia nessuna nazione al mondo che riconosca che Bill Gates ha una monarchia, lui comunque riesce a fare il cavolo che vuole. Purtroppo fermarlo è difficile. Ho letto una cosa veramente ridicola, perché avevo chiesto il rimborso per Windows Vista che avevo trovato installato sul portatile. Poi c'era uno donna, una ragazza, non so, che mi ha chiesto sul blog dei consigli per comprare un computer anche lei e mi ha detto :“quello che voglio comprare io ha Windows 7 e non Windows vista”. E io gli ho detto: “penso che sia uguale”; invece mi ha mostrato il PDF scritto dalla Microsoft con le licenze di Windows 7, il paragrafo in cui si parlava di contattare il rivenditore per avere informazioni sul rimborso è diventato: [...] contattare il rivenditore per informazioni che potrebbero riguardare il rimborso dell'intero pacchetto hardware e software o potrebbero ledere i tuoi diritti … ”; io non capisco perché il rivenditore potrebbe decidere di ledere i miei diritti, io non sono un avvocato, ma penso che sia una emerita cavalata, e voglio vedere se ha un valore quella clausola lì perché tu non puoi dire: “ ah potrebbe ledere i tuoi diritti”; che senso ha? È una clausola vessatoria?

I: Ci sono vari tipi di tifosi dell'open source. Ci sono i tifosi software libero e open source: quelli che in qualche maniera dicono: “non è giusto che ci sia solo Microsoft, Microsoft costa troppo”; per dire tifo per l'open source, tanto quanto tifo per l'iMac o qualsiasi cosa che non è Microsoft. Il problema è che …

A: Il problema è che è una presa per il sedere epocale, è quello il problema.

I: Però la questione è abbastanza diversa: un conto è dire: “non è giusto che ci siano delle licenze non libere”; un conto è dire “sono contro il monopolio”.

A: Infatti sostenere l'open source non vuol dire andare contro microsoft, è quello che spesso non si capisce. Se tu ad esempio sei a favore dell'open source o del software libero vuol dire che ti sta antipatica la Microsoft. Ma se un domani Microsoft sviluppa software libero, perché dovrebbe starmi antipatica? Dipende da come si comportano. La Apple mi sta antipatica forse più della Microsoft, perché decide di fare iMac e quindi va su bsd.org, scarica tutto il sorgente, lo modifica un po', fa l'interfaccia grafica sopra e toh, fatto il sistema operativo e comunque stai facendo sofwtare proprietario. Non ha nessun senso dirmi: “tu sei conro la Microsoft”; no! Sono contrario all'idea del software proprietario. Se Microsoft cambia atteggiamento non mi sta antipatica, dipende sempre da come agisce uno. Anche Novell che per certi versi sta facendo software libero non mi sta per niente simpatica, perché fa software libero fino ad un certo punto e ogni volta che c'è da farsi dare soldi dalla Microsoft, se li fa dare. È difficile distinguere. Quello che ha creato GNOME, Miguel de Icaza, è sfegatato fan della Microsoft, infatti lavora per Novell e si occupa della compatibilità Linux/Windows e di creare Mono che è una è una macchina virtuale che rende autonomo il compilatore C# dalla piattaforma. La Novell vende il culo alla Microsoft … perché Microsoft ha detto: “Linux viola 27 brevetti nostri”; si ma quali? “27, guarda che possiamo farti causa”. Così Novell si fa corrompere da Microsoft e così SUSE. Quando l'ho saputo mi sono girate le scatole anche se non uso SUSE, perché dice di essere un'azienda che sostiene l'open source ma poi invece …

Quindi se uno dice di essere contro Microsoft ma non contro Apple alloro non è un sostenitore del software libero. Richard Stallman crede fermente in quello che ha fatto e si adopera per farlo conosce e dice: “o software libero o niente!”; dall'oggi al domani così … : “ o software libero o niente!”. C'è invece chi come me è un po' più morbido nel senso dire vabbe', dall'oggi al domani non si può far diventare software libero tutto quello che è utilizzato, non è fattibile perché domani io mi sveglio e trovo ancora la Microsoft, trovo ancora la Apple, Allora, al posto di dire: “tutto software libero o niente”; ti dico: “bene: ti faccio trovare un sistema operativo libero, ti mostro tanti software liberi, se dopo hai bisogno di qualcosa come il driver della scheda wi-fi, per stavolta installati quello proprietario, la prossima volta stai attento e comprati il PC compatibile con i drivers open”; Perché è capitato in lista: una ragazza che conosco, con cui ho chiacchierato diverse volte …

I: Lidia?

A: No Elisa. Che ha 25 anni si è laureata in fisica. Chiacchieravano di Linux e cose del genere, mi chiedeva se avevo problemi con Ubuntu o cose del genere. Vabbe', lei praticamente è andata via da LUG perché aveva problemi …

Cameriere: Posso portare via?

A: Si si!

Cameriere: Volete un caffè? Un dolce?

I: Un caffè!

Cameriere: Liscio?

I: Liscio!

A: Per me un decaffeinato, grazie! Una volta aveva problemi con la scheda video, aveva bisogno del driver proprietario, è gli hanno detto: “t'attacchi, perché la prossima ci pensi prima di comprare un computer che non va con il driver libero”. Lei ha detto: “io Ubuntu lo conosco da due settimane, cosa faccio? Lo butto via e ne compro un altro?” E lui ha detto: “no devi usare software libero?”. Se io ho il monitor cosa faccio? Lo uso alla cieca? È quello il fatto. Non si capisce che essendo così categorici non aiuti il software libero, allontani la gente. Prima che la gente conosca il software libero falla avvicinare, non mandarla via, sennò che cavolo, non ha alcun senso. Se io voglio convincere una persona a usare Gimp e gli dico :”no, tu devi assolutamente disinstallarti Fotoshop, passare a Linux [...] Dico: “stai calmo, perché devi venire ad aggredirmi così?” Ci vuole un minimo di passaggio graduale: “Se tu vuoi passare a Linux ok, però non potrai più navigare perché la tua scheda wi-fi non funziona!”. E lui mi dice: “bon, ciao!” È ovvio! Se io invece gli dico: “aspetta, ti metto il software libero, le applicazioni libere, la suite di office libero, il programma di grafica, il slash video libero e il driver della sceda wi-fi proprietario, ma la prossima volta valuta bene quello che compri, però intanto ti funziona il computer, lo puoi provare, puoi renderti conto che magari è un tema che ti interessa”; e quindi quando ti compri un altro computer dici. “Ok voglio provarlo con Linux”. Ci sono ragazzi più o meno della mia età a cui ho fatto conoscere Linux e Ubuntu, più altre cose. Mi è capitato spesso di trovare dei pezzi hardware che non andavano se non con driver proprietari, ma cosa faccio? Dico: “ok stai pure con Windows?” allora io a quello persona non gli ho insegnato niente? non gli fatto provare il software libero?” Se invece gli do la possibilità di provare e passa dal 100% di uso proprietario all'1% …

Cameriera: Caffe! Il deka!

A: Se sono ragionevole lo faccio passare da 100% ad 1% software proprietario, se voglio imputarmi lui rimarrà col 100% software proprietario e non inizierà mai ad usare software libero, capisci? E allora devi ragionare su quello che ha senso fare. Secondo me ha senso che le persone comincino ad avvicinarsi al software libero, no che si trovino un muro che alla prima cosa che usi non libera devi tornare a Windows … Poi le stesse persone che fanno così, poi sono quelle che usano Windows, che all'università usano Windows, e allora come fai? Capisci anche tu che fino ad un certo puoi arrivare.

I: Io al lavoro uso Windows, è il sistema che è in dotazione, anzi io programmo anche in Windows. Se c'è bisogni di un applicativo desk-top con utenti Windows, cosa fai? Io ho due macchine sulla mia scrivania: una macchina Windows e una macchina Linux. Ti pagano per far quel lavoro lì, la pagnotta devi portarla a casa per cui … Però, appunto come dici tu … però … io quest'anno ho piallato due server Windows. Ora dove lavoro ci sono due server Linux, forse l'anno prossimo ce ne sarà uno in più. Però se io dicessi: “no, pialliamo tutto!”.

A: ti prendono a schiaffi.

I: Più che altro mi licenziano.

A: Appunto! E ti ridono anche in faccia penso?

Commiato.