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XIX XXI

Accadde che il piccolo principe, avendo lungamente camminato sulle sabbie, le rocce e tra le nevi, incontrò finalmente una strada. E tutte le strade portano dagli uomini.

— Buongiorno — disse.

C'era un giardino fiorito di rose.

— Buongiorno — risposero le rose.

Il piccolo principe le guardò. Assomigliavano tutte al suo fiore.


— Chi siete? — domandò lui stupefatto.

— Noi siamo le rose — dissero le rose.

— Ah — fece il piccolo principe…

Si sentì di colpo molto infelice. Il suo fiore gli aveva raccontato di essere il solo della sua specie in tutto l'universo. Ed ecco qua che in un solo giardino se ne potevano contare cinquemila tutti simili!

«Sarebbe molto contrariato,» si disse «se vedesse che… gli verrebbe una brutta tosse e fingerebbe di morire per sfuggire al ridicolo. E io sarei costretto a far finta di curarlo, perché altrimenti per umiliarmi così, si lascerebbe morire per davvero…"

Poi si disse ancora: «Credevo di avere la fortuna di possedere un fiore unico, invece possiedo solo una comunissima rosa. Lei e i miei tre vulcani che mi arrivano alle ginocchia e di cui uno, forse, è anche spento per sempre, non fanno di me chissà che gran principe…»

Si sdraiò sul prato per dormire e pianse.