Il più lungo giorno/Passeggiata in tram fino in America e ritorno

Passeggiata in tram fino in America e ritorno

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Passeggiata in tram fino in America e ritorno
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Passeggiata in tram fino a domenica e ritorno


Inseguo il tuo preludio o sinfonia Genovese — sordo tremante violino corda elettrizzata che porta grave di rombo la casa rotante in una linea nel cielo striato di fili mentre la mole bianca della città torreggia come un sogno moltiplicato — miraggio di eccelsi palazzi regali e barbari coi loro elettrici diademi spenti . Ascolto il Corro col tuo preludio che tremola si assorda riprende si afforza e libero sgorga nel su la piazza affollata davanti alla città sparpagliata sul molo curvo: s’arresta che accoglie davanti alle navi — e mentre scendo il golfo m’appare, pieno di ricchezze dal golfo grandissimo e tutto sparpagliato sparso di dadi luce striati d’azzurro. Nel mentre Mi siedo a e guardo

il mare tra la tenaglia del molo corre, corre come un fiume che fugge — tacito che pare pieno di singhiozzi [p. 116 modifica]taciuti corre veloce verso l’eternità del mare che si balocca e complotta laggiù per rompere la linea dell’orizzonte.


Ma mi parve che la città scomparisse mentre il mare rabbrividiva nella sua fuga veloce. Fuggiva la città quasi improvvisamente davanti a me. Ero sulla poppa balzante portato lontano dalla città e dal suo mare nel turbinare delle acque. Il molo gli uomini erano scomparsi fusi come in una nebbia. Sentivo l'odore del mare del mostruoso mare. La lanterna spenta s’alzava. Il gorgoglio dell’acqua tutto annegava tutta irremissibilmente. Persino [p. 117 modifica]il dolore. Sembrava che il bastimento avesse un cuore nuovo che volesse svegliare in me un cuore nuovo. Sentivo un dolore vago attorno al cuore come stesse per aprirsi un bubbone. Ascoltavo il gorgoglio dell'acqua. L'acqua a volte mi pareva musicale, poi tutto ricadeva in un rombo sordo e la terra e la luce mi era strappata inconsciamente
A mare ricordo ancora il tonfo sordo della prora che si sprofonda nell'onda che la raccoglie e la culla un brevissimo istante e la rigetta in alto leggera mentre il battello è una casa scossa dal terremoto che pencola terribilmente fa un ultimo sforzo contro il mare tenace e riattacca a concertare coi suoi alberi una certa melodia [p. 118 modifica]beffarda nell’aria una melodia che non si ode si indovina solo alle scosse di danza bizzarra che la scuotono. C’erano due povere ragazze sulla poppa: Leggera, siamo della leggera: te non la rivedi più la lanterna di Genova. Che importanza in fondo pensavo! Ballasse il bastimento ballasse fino a Buenos Aires questo dava allegria e il mare rideva con noi del suo riso così buffo e sornione. E la barcaccia della miseria ballava ballava sull'infinito. Ma non so se fosse il mal di mare o il disgusto che il mio riso mi dava:............:perchè certo era la bestialità irritante del mare, quel grosso bestione che rideva così bestialmente [p. 119 modifica]che svegliava il mio riso: basta poi il mio riso o il mio stomaco si erano calmati i giorni passavano: celo e acqua, celo e acqua: guardavo il giorno dal mio rifugio tra i sacchi di patate. Poi sdraiato in coperta stanco vedevo l’albero che dondolava verso le stelle nella notte trepida in mezzo al rumore dell’acqua e a volte al finestrino mi salivano spesso le onde avevo seguito il tramonto equatoriale sul mare. Volavano uccelli lontano dal nido ed io pure ma senza gioia. Costeggiavamo, ricordo il tramonto illuminava «el campo» deserto cogli ultimi raggi rossi e il sole tramontava dietro la costa deserta [p. 120 modifica]ritorna il t......... riodo il preludio scordato delle tue rozze corde sotto l'arco di violino del tram domenicale I piccoli dadi bianchi sorridono sulla costa tutti in cerchio come una dentiera enorme tra il fetido odor di catrame e di carbone misto al nauseante odor d'infinito. Fumano i vapori agli scali desolati: Domenica. Per il porto pieno di carcasse delle lente file formiche umane dell'enorme ossario. mentre il mare rabbo....eli sce tra le tanaglie del merlo il mare corre ancora corre come un fiume che fugge tacito pieno di singhiozzi taciuti il mare fugge corre veloce verso l'eternità del mare che si balocca e complotta