Il pessimo e 'l crudele odio, ch'i' porto
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a cura di Aldo Francesco Massera
XIII secolo
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti (Cecco Angiolieri)
CVI
Il suo disumano odio contro il padre non è senza ragioni.
Il pessimo e ’l crudele odio, ch’i’ porto
a diritta ragione al padre meo,
il fará vivar piú, che Botadeo,
4e di ciò, buon di, me ne sono accorto.
Odi, Natura, se tu ha’gran torto:
l’altricr li chiesi un fiasco di raspeo,
che n’ha ben cento cogna’l can giudeo:
8in veritá, vicin m’ebbe che morto.
— S’i’ gli l’avessi chèsto di vernaccia! —
diss’io, solamente a lui approvare:
11si mi volle sputar entro la faccia.
E poi m’è detto cli’i’ noi debbo odiare!
Ma chi sapesse ben ogni sua taccia
14direbbe: — Vivo il dovresti mangiare! —