Il municipio della terza Roma/Lo scioglimento del Consiglio

Lo scioglimento del Consiglio

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XXIII.


Lo scioglimento del Consiglio


Il 7 aprile il sindaco comunicava al Consiglio una lettera di S. E. il ministro Crispi nella quale lo preveniva di aver nominato una commissione con l’incarico di accertare quali fra le opere (compiute o da compiersi dal Comune di Roma in esecuzione del piano regolatore edilizio della Città), oltre quelle già eseguite in dipendenza delle leggi del 1881 e 1883, abbiano carattere di opere di Stato.

Le indagini dovranno estendersi anche alle opere deliberate per la sistemazione del Tevere con la legge del 6 luglio 1875, n. 2583.

Componevano la commissione i signori:

    Ferraris conte Luigi, senatore del Regno, presidente.

    Valsecchi comm. Pasquale, senatore del Regno.

    Cadolini comm. ing. Giovanni, deputato al Parlamento.

    Bodio comm. Luigi, direttore gen. della Statistica.

    Bertarelli comm. Pietro, ispettore generale del Ministero dell’interno, segretario.


[p. 41 modifica] Immediatamente dopo queste comunicazioni il Consiglio passa a discutere le dimissioni del Sindaco e della Giunta che erano state annunziate nella sedata del 28 marzo.

Dopo lunga discussione viene approvato il seguente ordine del giorno proposto dall’on. Menotti Garibaldi:

«Il Consiglio, riaffermando la sua fiducia nel Sindaco e nella Giunta rimanda ogni deliberazione sulle presentate dimissioni e sulla discussione del bilancio, alla seduta del 10 maggio p. v.

Il 10 maggio il Consiglio udita lettura di una lettera del Presidente del Consiglio dei ministri in cui era detto che la Commissione aveva ultimato i suoi lavori e che il Governo si proponeva di far discutere entro il luglio dal Parlamento un disegno di legge relativo alle Opere che dovrebbero cadere a carica dello Stato, votava il seguente ordine del giorno proposto dagli on. Baccelli e Menotti Garibaldi:

«Il Consiglio esprimendo nuovamente la sua fiducia nella Giunta, prende atto delle dichiarazioni del Governo e la invita a rimanere al suo posto».

Il 21 maggio il Sindaco annunzia che egli e la Giunta resteranno al loro posto finché non sopraggiungano nuovi fatti che li costringano a diverse risoluzioni. Solo gli assessori Caetani e Nathan persistono nelle dimissioni di cui è preso atto nella seduta del 30 maggio.

Il 23 giugno quando fu noto il disegno di legge presentato alla Camera dall’on. Crispi, la Giunta presentò di nuovo le sue dimissioni motivandole colla seguente dichiarazione:

«La Giunta riconoscendo che il disegno di legge presentato per la Città di Eoma non provvede alle attuali necessità della Capitale, è lesivo dei suoi diritti ed ingiurioso alla dignità dei suoi rappresentanti, conferma le date dimissioni».

Dall’on. Carancini viene allora prodotta la seguente mozione:

«Il Consiglio per le stesse giuste ragioni che determinarono le deliberazioni del Sindaco c della Giunta, rassegna le proprie dimissioni».

Quest’ordine del giorno è votato da 61 Consiglieri presenti; risponde no, il solo onorevole Menotti Garibaldi.

Il Consiglio Comunale viene quindi sciolto ed il comm. Camillo Finocchiaro Aprile nominato Regio Commissario Straordinario, prende il 1 luglio possesso dell’ufficio.