Il milione (Pagani, 1827)/Il Milione di Marco Polo, Testo della Crusca/11

11. Quivi divisa come Messer Niccolò, e Messer Matteo si partirono dal Gran Cane

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11. Quivi divisa come Messer Niccolò, e Messer Matteo si partirono dal Gran Cane
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[p. 8 modifica]11. quivi divisa come messer niccolò, e messer matteo si partirono dal gran cane.

Quando lo Gran Cane vidde messer Niccolò, e messer Matteo, e messer Marco si doveano partire (8), egli gli fece chiamare a se, e [p. 9 modifica]e gli fece dare loro due tavole d'oro; e comandò che fossono franchi per tutte sue terre, e fòsser loro fatte tulle le spese, a loro, e a tutta loro famiglia in tutte parti; e fece loro aparecchiare quattordici navi, le quali ciascuna avea quattro alberi, e molte andavano a dodici vele. Quando le navi furono aparecchiate li baroni, e la donna con questi tre Latini ebbono preso commiato dal Gran Cane, e si messero nelle navi con molta gente, e il Gran Cane diede loro le spese perdite anni. Evennero navicando ben tre mesi, tanio che vennero all' isola di lava (1), nella quale hae molte cose maravogliose, clic noi conteremo in questo libro1. E quando eglioi o furo venuti (2). questi trovarono che Arcon era morto, cioè colui, a cui andava questa donna. E dicovi sanza fallo eli’ entro le navi avea bene settecento persone (3), sanza gli marinai, de’quali non ne campò più che diciotto, e trovarono che la signoria d' Arcon teneva Acatu. Quando ebbero raccomandata la donna, e fatta l'ambasciata ch’era loro imposta dal Gran Cane, presono commiato, e missersi alla via, e sappiate che Acatu donò agli tre Latini, messàggi del Gran Cane, quattro tavole d'oro (4). Era nell’ lina iscritto che questi tre Latini fossero serviti e onorali, e dato loro ciò che fosse bisogno in tutta sua terra. E cosi fu fallo, che molte volte erano accompagnati da quattrocento cavalieri, e pine, o meno quando bisognava. Ancora vi dico, che per riverenza di questi tre messaggi (5), che il Gran Cane si lid,:va di loro, che gli affidò loro la reina Cacessie figliuola del re de’ Magi (6), che la dovessero menare ad Arco al signore di tutto il Levante. E così fu fatto. E queste reine li tenevano per loro padri, e così gli ubidivano. E quando questi partirono per tornare in lor paesi, queste reine piangono (7) di gran dolore. Sappiate (8), che poi si grande reine furo [p. 10 modifica]fidate a costoro di menare a' loro Signori, a lunga parie, ch’ egliono erano bene amati, e tenuti in gran capitale2. Partiti i tre messaggi da Arcatu (1), sì se ne vennero a Tripisonde (2), e poi a Costantinopoli, e poi a Negroponte, e poi a Yinegia, e questo fu negli anni mccxcv. (3). Or y’ ho contato il prologo del libro di messer Marco Polo, che comincia qui a divisare delle provincie, e paesi dov' egli fu (4).


Varianti

[p. 8 modifica](8) Per accompagnare la donna e i tre ambasciadori (C. Pucc.) [p. 9 modifica](1) Navigantes, post mrnses tres ad insulam rjuam Giava dicitur pprvenenint. Inde per Indicarti mare progredientes, armo uno et dimidio, ad curiarn regis Argon, quem mortuum reperierunt. Puellam vero quam prò rege Argon duxerant, filius ejus accepit in uxorern (C. Ricci) - (2) Giunti quivi (C. Pucc.) - (3) Quando noi ci partimmo (ibid.) - (4) Le due di gerfalchi, la terza di lioni, la quarta di vettovaglia per ispese (C. Magl. II.) - (5) Latini (C. Pucc.) - (6) De Mangi (C. Pucc.) - (7) Dirottamente (C. Pucc.) - (8) E sappiate che poiché due si grandi reme furono così affidate a costoro, di mandarle a loro signori per si lunghi paesi, ch'egli erano ben amati e tenuti cari. (C.Pucc.) [p. 10 modifica](1) Da Acatu (ibid.) - (2) A Tribisonda (ibid.) - (3) Cosi il Pucciano e il Ricardiano. - (4) “Fuit enim dictus Dominus Marcus in orientalibus partibus XXVI. annos” (C. Ricc.)

  1. Che impiegassero mesi diciotto dalla loro partenza da Gava per trasferirsi alla corte d'Argon, vien confermato solo dall' autor ità dpi testo Riccardiano, ma anche dal Magliahechiano secondo “E poi si partirò di questa Isola (Giava), e navicarono per lo mare d' India diciotto mesi, innanzi che giungessono nella terza dove doveano podiano sare la donna”.
  2. Essere tenuto in gran capitale, per fare gran conto di uno, se ne allegano nel Vocabolario esempj tratti dall' Ambra e dal Davanzati, cui anderebbe sostituito questo, come di scrittore del secolo d' oro della favella.