XXXV. Di Balascam (Badascian)

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XXXV. Di Balascam (Badascian)
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XXXV (XLVIl)

Di Balascam (Badascian).

Balascan è una provincia, che le genti adorano Malcometto, e hanno linguaggio per loro. Egli è grande reame; e discende lo re per ereditá; e scese del legnaggio d’Alessandro e della figliuola di Dario, lo grande re di Persia. E tutti quegli re si chiamano «Zulcarney» (Zulcarniain) in Saracino, cioè a dire Alessandro, per amore del grande Alessandro. E quivi nascono le pietre preziose che si chiamano «balasci», che sono molto care,1 e cavansi delle montagne come l’altre vene; ed è pena la testa chi cavasse di quelle pietre fuori del reame, perciò che ve n’è tante che diventerebbono vile. E quivi è un’altra montagna,2 ove si cava l’azzurro, ed è lo migliore e lo piú fine del mondo. E le pietre onde si fa l’azzurro si è vena di terra3; e havvi montagne ove si cava l’argento. E la provincia è molto fredda; e quivi nascono cavalli assai e buoni corritori, e non portano ferri, sempre andando per le montagne; e nasconvi4 falconi molti valentri e falconi lanieri. Cacciare e uccellare v’è lo migliore del mondo5. Olio non n’hanno, ma fannolo di noce. Lo luogo è molto forte da guerra, e sono buoni arcieri. E vestonsi di pelle [p. 43 modifica] di bestie, perciò che hanno caro di panni. E le grandi donne e le gentile portano brache6, che v’ha ben cento braccia di panno lino sottilissimo, ovvero di bambagia, e tale quaranta e tale novanta: e questo fanno per parere che abbiano grosse le natiche, perchè li loro uomini si dilettano in femmine grosse. Or lasciamo questo reame, e conteremo di una diversa gente ch’è lungi da questa provincia dieci giornate.

  1. Pad. Cas. Berl. e naseno entro le montagne: i fano grande caverne in le montagne, al modo che se cava... l’arzento. E questo se fano in uno gran monte che ha nome (Sighinan). E ancora sapiate che lo re li fa cavar per sí: nesuno altro omo non ne può andar a quella montagna per cavar de quelle piere, che non fosse morto incontenente. E ancora l’è pena l’aver e la testa se alcuno ne trazesse fuora del suo regname; ma lo re de questa contrá si le manda de za e de lá a grandi re e altri principi, a tal per trabuto e a tali per amor. E ancora ne fa vender per oro e per arzento. E questo fallo perchè i suo baiassi non seria de sí grande valore come i sono, se lui ne lasasse cavar a zente che i portasse per lo mondo; e ’l ne serave sí gran derata che quel re non guadagnarave niente. E però è cusí granda pena che nesuno ne traga senza soa parola.
  2. Ricc. o se trova le prede de le quai se fa l’azuro.
  3. Pad.* cusí come i altri metali.
  4. Pad. falconi sagri.
  5. Ricc. Cas. e de questo i è asai formento, bono orzo e melega. Olio de olie no anno: fano olio de somenci de susimano e de noxie. In questo regname è molti streti passi e molti forti luoghi, sí che la zente non a paura che altra zente ie possa vegnir sovra a farli dano. Le lor zita e le lor castelle sono in gran montagne e in luoghi fortissimi.
  6. Pad. tal dona è che porta in uno par de braghe (Cas. de pagni de gamba) beni zento braza de pano sotil de bambaxio, e tal ne porta lxxx e tal lx.