XXVII. Della gran china

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XXVII. Della gran china
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XXVII (XXXVII)

Della gran china.

Questo piano dura verso mezzodie cinque giornate. Da capo delle cinque giornate è un’altra china, che dura venti miglia, molto mala via, e havvi molti rei uomini che rubano. Di capo della china hae un piano molto bello, che si chiama lo piano di Formosa, e dura due giornate, e havvi bella riviera;1 e quivi hae francolini, pappagalli e altri uccelli divisati da’ nostri. Passate due giornate è lo mare oceano; e in sulla riva è una cittá con porto e’ ha nome Cormos. E quivi vengono2 d’India per navi tutte ispezierie e drappi d’oro e denti di leonfanti e altre mercatanzie assai; e quindi le portano i mercatanti per tutto il mondo. Questa è terra di grande mercanzia: sotto di sè ha castella e cittadi assai, perchè ella è capo della provincia. Lo re ha nome re Umeda Iacomat (Ruomedam Ahomet). Quivi è grande caldo; la terra è inferma molto; e se alcuno mercatante d’altra terra vi morisse, lo re piglia tutto suo avere. Quivi si fa il vino di datteri e d’altre ispecie assai: chi ’l bee e non è uso, si ’l fa andare a sella e purgalo; ma chi n’è uso, fa carne assai. Non usano nostre vivande, che, se manicassono grano e carne, infermerebbono incontanente; anzi usano per loro santá pesci salati e datteri3 e cotali cose grosse, e con queste dimorano sani. Le loro navi sono cattive e molte ne pericolano, perchè non sono confitte con aguti di ferro, ma cucite con filo che si fa della buccia delle noce d’India, che si mette in molle nell’acqua e fassi filo come setole: e con questo le cuciono, e non si guasta per l’acqua salata. Le navi hanno una vela e uno albore e un [p. 32 modifica] timone4 e una coverta; ma, quando sono caricate, le cuoprono di cuoio, e sopra questa coverta pongono i cavalli che menano in India. Non hanno ferro per fare aguti5; ed èe grande pericolo a navicare con quelle navi. Questi adorano Malcometto; ed evvi s] grande caldo, che6 se non fossono gli giardini con molta acqua, di fuori della cittá, ch’egli hanno, non camperebbono. Egli è vero che vi viene un vento talvolta la state,7 di verso lo sabbione, con8 tanto caldo che, se gli uomini non fuggissono all’acqua, non camperebbono dal caldo. Eglino seminano9 loro biade di novembre e ricolgonle di marzo, e cosí fanno di tutti loro frutti; e da marzo innanzi non vi si truova ninna cosa viva,10 cioè verde sopra terra, se non lo dattero, che dura insino a mezzo maggio: e questo è per lo gran caldo. Le navi non sono impeciate, ma sono unte d’un olio di pesce. E quando alcuno vi muore, si fanno gran duolo;11 e le donne si piangono li loro mariti bene quattro anni, ogni d] almeno una volta, con uomini e con parenti.12 Or torneremo per tramontana, per contare di quelle Provincie, e ritorneremo per un’altra via alla cittá di Crema (Cherman), la quale v’ho contato; perciocchè di quelle contrade, ch’io vi voglio contare, non vi si puote andare se non da Crema. Io vi dico che questo re Ruccomot Diacamat, donde noi ci partimmo,13 aguale è re di Crema (Cherman). E al ritornare da Cremosu (Hormos) a Crema (Cherman) ha molto bello piano e abbondanza di vivande, e havvi molti bagni caldi14, e havvi uccelli assai e frutti. Lo pane del grano è molto amaro a chi non è costumato;15 e questo è per lo mare che vi viene.16 Or lasciamo queste parti e andiamo verso tramontana, e diremo come.

  1. Cas. el li è multi datari.
  2. Cas. li mercadanti de India cum le soe navi, e portano a questa cita specie e prede priciose e perle e drapi de oro e de seda.
  3. Cas. e tonina, mandugano cèvole...
  4. Cas. e no áe coverta;
  5. Pad. Ricc: ma fano cavechie de legno e con quale conficano le soe nave; e puo’ le cuseno con filo dito de sopra...; le nave... molte ne perisse, perchè lo mare d’India è molto tempestoso. La zente è tuta negra...
  6. Cas. la stade no abitano in le cita..., ma... vano tuti fora de le terre a li soi zardini; el li è fiumi et aque asai, sí che zascuno ae aqua...
  7. Pad. de verso uno deserto de sabione ch’è atorno de quel piano.
  8. Pad. un caldo si smisurato che alcide ogni omo: se non che eglino, incontenente che lo sentono venir, egli entrano tutti nell’acqua.
  9. Ricc. Cas. lo formento e orzo e le altre biave..., e ano recolto ugna cossa del mese de marzo; e cosí incontra de li fruti, che elli enno tute madure del mexe de marzo.
  10. Pad. Ricc. e alora seca tute le erbe e le foie, che non se trova azeto i datali, che durano perfin al mazio.
  11. Pad. e congregase li parenti e li vexini in casa del morto e fano gran pianto e cridano molto forte, e si se lamenta molto della morte.
  12. Cas. Ricc. Or ve lasero de questa contrada; e non ve contarò d’India al punto de mò, ma ben ve dirò in lo so logo de questo libro. E mò ritornarò per tramontana per contare de quele provinzie, e ritornerò per un’altra via alla zita de Cherman, perchè... in la contrada unde ve volo contare...
  13. Ricc. Cas. è omo del re de Cherman.
  14. Pad. Cas. d’aqua sorzente, et è molto boni a la rogna e a molte altre malatie. E truovase pernixe asai e gran derata de frute, e datari li è asai.
  15. Pad. Rice, e questo incontra per le aque de quelle contrá che sono amare.
  16. Cas. Or volo comenzare (Fr. comevoir!) dele contrade verso tramontana.