XX. Della nobile città di Toris

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XX. Della nobile città di Toris
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XX (XXVI)

Della nobile cittá di Toris.

Toris è una grande cittade, che è in una provincia ch’è chiamata Arac (Yrac), nella quale hae ancora piú cittade e piú castella. Ma conterò di Toris, però ch’è la piú bella e la [p. 22 modifica] migliore che sia nella provincia. Gli uomini di Toris vivono di mercanzia e d’arti, cioè di lavorare drappi a seta e ad oro; ed è il luogo si buono, che d’India e di Baudac e di Mosul e di Cremo (Cremesor) vi vengono gli mercatanti e di molti altri luoghi; e gli mercatanti latini vanno quivi per le mercatanzie istrane, che vengono da lunghe parti, e molto vi guadagnano. Quivi si trova molte pietre preziose. Gli uomini sono di piccolo affare, e havvi di molte maniere di genti. Quivi hae ermini e nestorini e iacopini, giorgiani e persiani, e di quegli v’ha che adorano Malcometto, cioè lo popolo della terra che si chiamano Taurizinz (Taurizi). Intorno alla cittá ha begli giardini e dilettevoli d’ogni frutta. Gli saracini di Toris sono molto malvagi e disleali.