Il milione (Laterza,1912)/LXVIII

LXVIII. Come il Gran Cane tornò nella città di Camblau (Cambaluc)

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LXVIII. Come il Gran Cane tornò nella città di Camblau (Cambaluc)
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LXVIII (LXXXI)

Come il Gran Cane tornò nella cittá di Camblau (Cambaluc).

Quando lo Gran Cane ebbe vinta la battaglia, come voi avete udito, egli si tornò alla gran cittá di Camblau, con grande festa e con grande sollazzo. E quando l’altro re, che Caidu avea nome, udio che Najam era istato isconfitto, ritennesi di non fare oste contro lo Gran Cane, ma avea gran paura del Gran Cane. Ora avete udito come il Gran Cane1 andò in oste: che tutte le altre volte pur mandò suoi figliuoli e suoi baroni, e questa volta vi volle andare pur egli, perciochè ’l fatto gli pareva troppo grande. Or lasciamo andare questa materia, e torneremo a contare de’ gran fatti del Gran Cane. Noi abbiamo contato di quale lignaggio e’ fu e sua nazione; ora vi dirò degli doni ch’egli fece alli baroni i quali si portarono bene nella battaglia, e quello che fece a quelli che furono vili e codardi. Io vi dico che agli prodi diede che, s’egli era signore di cento uomeni, egli lo fece di mille, e faceali gran doni di vassellamenta d’ariento e di2 tavole da signore: quegli c’hae signoria di cento ha tavola di ariento, e quegli che l’ha di mille l’hae d’oro,3 e d’ariento e d’oro, e quegli che hae signoria di diecimila ha tavola d’oro a testa di lione. Lo peso di queste tavole si è cotale: che quelli che hae signoria di cento o di mille, la sua tavola pesa4 libbre centoventi; e quella c’ha testa di lione pesa5 altrettanto: [l'altre sono d'argento]. E in tutte queste tavole è iscritto uno comandamento, che dice cosí: «Per la forza del grande Iddio e per la grazia e’ ha donata al nostro imperadore, lo nome del Gran Cane sia benedetto, [p. 89 modifica] e tutti quelli che non ubidiranno siano morti e distrutti». E ancora questi che hanno queste tavole hanno brivilegi, ov’è iscritto tutto ciò che debbono fare nella loro signoria. Ancora vi dico che colui che ha signoria di centomila uomeni, o è signore d’una grande oste generale, questi hanno tavola che pesa6 libbre trecento, e havvi iscritte lettere che dicono cosí come io v’ho detto di sopra; e di sotto alla tavola èe iscolpito un leone, e dall’altro lato èe il sole e la luna: ancora hanno brivilegi di gran comandamenti e di gran fatti. E questi, e’ hanno queste nobile tavole, hanno per comandamento che tutte le volte ch’egliono cavalcano debbiano portare sopra lo capo un palio, in significanza di grande signoria, e tutta volta, quando seggono, debbiano sedere in sedia d’aríento. Ancora, questi cotali, loro dona lo Gran Cane una tavola, nella quale ha di sopra [un lione e] un girfalco intagliati. E queste tavole dona egli7 agli tre gran baroni, percioch’abbiano balia com’egli medesimo; e puote prendere8 lo cavallo del signore quando gli piace, non che gli altri. Or lasciamo di questa materia, e conteròvi delle fattezze del Gran Cane e di suo contenenza.

  1. Pad. non andò in oste... se non questa fiata.
  2. Pad. tavole de comandamento del signore.
  3. Pad. over d’arzento indorada.
  4. Pad. sazi.
  5. Fr. deux cent vingt.
  6. Fr. saie quatre cent.
  7. Pad. a quisti grandi signori.
  8. Pad. li cavali de zascuno re ch’è sotoposto al Gran Can, se ’l vuole e de zascuno altro baron.