LX. Del reame di Erguil (Erguiul)

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LX. Del reame di Erguil (Erguiul)
LIX LXI
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LX (LXXII)

Del reame di Erguil (Erguiul).

E quando l’uomo si parte di questo Campituy (Campiciu) ch’io ho contato, l’uomo vae cinque giornate per luogo ov’hae molti ispiriti, e odegli l’uomo la notte parlare nell’aere piú volte. A capo di queste cinque giornate, l’uomo trova un reame, lo quale ha nome Ercuil ed è al Gran Cane, ed è della gran provincia di Tangut, che hae piú reami. Le genti sono idoli, e cristiani nestorini, e di quegli che adorano Malcometto. E v’ha cittadi assai: la mastra cittade ha nome Ergigul. E uscendo di questa cittá e andando verso Catay, truovasi una cittá c’ha [p. 74 modifica] nome Singui (Singiu), e havvi ville e castella assai, e sono di Tangut medesimo, ed è al Gran Cane. Le genti sono idoli, e che adorano Malcomet, e cristiani v’ha. E havvi buoi salvatichi che sono grandi come leonfanti, e sono molto begli a vedere, ch’egli sono pilosi, salvo che lo dosso, e sono bianchi e neri, e ’l pelo è lungo tre palmi, e sono sì begli ch’èe una maraviglia a vedere. E di questi buoi medesimi hanno di dimestichi, perchè hanno presi de’ salvatichi e liannogli dimesticati. Egli gli caricano e lavorano con essi, e hanno forza due cotanti che gli altri. E in questa contrada nasce1 lo migliore moscado che sia al mondo. Sappiate che ’l moscado si truova in questa maniera: ch’egli èe una piccola bestia2 come una gatta, ma èe cosí fatta: ella hae pelo di cerbio cosí grosso, lo pie come gatta, e hae quattro denti, due di sopra e due di sotto, che sono lunghi tre dita, e sono sottili: li due vanno in giuso e li due in suso; ella è bella bestia. Lo moscado si truova in questa maniera: che quando l’uomo l’hae presa, l’uomo truova3 tra la pelle e la carne del bellico una postema, e quella si taglia con tutto il cuoio, e quello è lo moscado, di che viene grande olore; e in questa contrada n’ha grande abondanza, cosí buono come vi ho detto. Egli vivono di mercatanzie e d’arti, e hanno biade. La provincia è grande4 quindici giornate. E v’ha fagiani due cotanti grandi che i nostri: egli sono grandi come paoni, un poco meno; egli hanno la coda lunga dieci palmi e nove e otto e sette il meno. Ancora v’ha fagiani5 fatti al modo di questo paese. Le genti sono idoli; e grassi e hanno piccolo naso, gli capegli neri, e non hanno barba se non al mento. Le donne non hanno addosso pelo niuno, in niuno luogo, salvo che nel capo; elle hanno molto belle carni e bianche, e son ben fatte di loro fattezze, e molto si [p. 75 modifica] dilettano con uomeni. E puossi pigliare tante femmine quante altri vuole, avendo il podere; e se la femmina è bella e di piccolo legnaggio, uno grande uomo la toglie per moglie, e dá alla madre molto avere, quello dí che egli s’accordano. Or ci partiamo di qui, e andremo ad un’altra provincia verso levante.

  1. Pad. el mior muschio...
  2. Berl. come una gazela; e le sue fateze sono che le ano lo pelo como quelo del zervo molto groso, e li piè al muodo de gazela.
  3. Berl. soto el so corpo, apresso el boligolo (Pad. Ricc. apè del bonigolo, o bigolo), fra carne e pele...
  4. Berl. Pad. vintizinque.
  5. Pad. Berl. de la grandeza de queli dele nostre contrá; et ene oxieli con molte belle pene e molto ben colorite:... e li omeni ano salvo quatro peli in lo mento, dela barba.