Il marito amante della moglie/Atto primo/Scena seconda

Atto primo

Scena seconda

../Scena prima ../Scena terza IncludiIntestazione 11 aprile 2011 75% Teatro

Atto primo - Scena prima Atto primo - Scena terza

Beatrice mascherata, Gino.


Gino
(vedendo Beatrice)
Oh!
(si getta a sedere su di una poltrona in modo da non esser veduto)
Beatrice
(fra sè)
Mi segue.
(guarda attorno)
Nessuno.
(lascia cadere apposta il ventaglio e fa per uscire)
Gino
(raccoglie il ventaglio)
Vi è caduto il ventaglio,
Bella maschera.
Beatrice
(imbarazzata)
Grazie, mi è caduto... in isbaglio.
Gino
Lo credo, e permettete mi chiami fortunato,
Dacchè è stato uno sbaglio, di averci riparato.
Beatrice
Grazie, signore.
(fa di nuovo per uscire)
Gino
Avete fretta?
Beatrice
Andavo a sedere
Di là.
Gino
Date ch'io possa, se lasciate cadere
Altre cose, raccoglierle, sian sguardi o sian parole.
Siete sola, e le belle dame quando son sole
Sono esposte a pericoli.
Beatrice
La maschera difende.
Gino
La maschera non cela nè le molli e stupende
Forme, nè il collo bianco, nè lo sguardo di foco.
Io vi ho reso un servigio che varrebbe assai poco
Se il ventaglio vi fosse caduto apposta, e vale
Assai se cadde in sbaglio.
Beatrice
Come?
Gino
È maggiore il male
Che deriva a una dama da un error che da un fallo.
Pensate quanti avrebbero potuto in mezzo al ballo
Raccogliere il ventaglio senza farsi un dovere
Di renderlo! Mostratemi che ne aveste piacere,
Accettando il mio braccio.
Beatrice
Ma io non vi conosco.
Gino
Son cavalier. D'altronde noi non siamo in un bosco,
E se avessi una maschera non sarei conosciuto
Di più; eppur non vorreste certo oppormi un rifiuto.
Beatrice
Potrei supporre almeno..
Gino
Supponete lo stesso.
Nelle vicende umane sempre il dubbio è permesso.
Senza avere di quello che io sia maggior pensiero,
Quanto al falso dareste, date al mio volto vero.
L'Ambasciator di Francia mi ha al suo ballo invitato,
Giudicate dall'ospite che valga l'ospitato.
Per darvi eletta prova del mio alto rispetto,
Voi, maschera, non chiamo col tu, e non vi ho detto
Una sola parola, credo, dove non sia
Mista la deferenza a quella cortesia
Che si deve alle dame nostre padrone.
Beatrice
È vero.
Gino
Dunque?
Beatrice
Ma... che volete?
Gino
Son quasi forestiero,
E la folla mi attrista dove niun mi sorrida
De' suoi volti.
Beatrice
E chiedete...
Gino
Che voi siate mia guida
In questo laberinto.
Beatrice
Dunque perchè qui il caso
Mi ha condotta... e fu il caso...
Gino
Ne sono persuaso.
Beatrice
Perchè il caso ha voluto che ci foste anche voi...
Gino
E ne ringrazio il cielo.
Beatrice
Lo credo; e perchè poi
Ho lasciato per caso cadere il mio ventaglio...
Gino
Adesso dite — caso: prima diceste — sbaglio.
Beatrice
E con ciò?
Gino
Mi celava tanto quella poltrona...
Non è stato uno sbaglio, per caso, di persona?
Beatrice
Cavalier!
Gino
Perdonate.
Beatrice
Hanno un prezzo elevato
Le vostre cortesie. Vi siete incomodato,
Vi ho detto grazie, e parmi...
Gino
Vi sono io debitore.
Beatrice
Sì? Vi rimetto il debito.
(fa per uscire)
Gino
Nemmeno per favore?
Se trovaste un mendico per strada, io sono certo
Che il vostro borsellino sarebbe tosto aperto:
Sono un mendico e chiedo... la domanda è indiscreta...
Di baciarvi...
Beatrice
Signore!
Gino
La man.
Beatrice
Non ho moneta.
Addio.
Gino
Volete togliermi con sì dura maniera
La sola apparizione cara di questa sera?
Beatrice
Oh! ma voi mi sembrate un bell'originale.
Gino
Può darsi.
(le porge una sedia)
Beatrice
Che mi sieda?
Gino
Non ci sarebbe male.
Beatrice
Al postutto... siccome non ho nulla da fare...
(siede)
Gino
Potete far del bene lasciandovi ammirare.
Beatrice
Dite la verità: vi eravate appostato.
Gino
Fede di gentiluomo, no. Stavo lì annoiato,
Ingrugnito ed incline alla misantropia,
Qual chi si trova solo in tanta compagnia.
Meditavo d'andarmene, e la mia buona stella
Vi condusse, voi sola, voi cortese, voi bella.
Beatrice
Badiamo ai complimenti.
Gino
Lasciatemelo dire.
La maschera permette che possiate arrossire.
A meno non vi piaccia meglio buttarla giù,
E... pago di vederlo, non ve lo direi più.
Beatrice
Siete molto galante.
Gino
Oh! la galanteria
È il miei che l'ape umana raccoglie e mette via;
Onde più il fiore olezza e più il mele ha sapore.
Ma il merito non spetta all'ape, spetta al fiore.
Egli solo è galante coll'esser profumato.
L'ape non crea, signora, rende quel che le han dato.
Beatrice
Avete reso tutto?
Gino
Oh! no... Non sono tanto
Prodigo — Quando tutto sia svanito l'incanto,
Quando il fiore notturno al giungere del giorno
Avrà chiusi i suoi petali, e avrò di nuovo intorno
La grande solitudine triste cui sono avvezzo,
Mi rimarrà diffuso nell'anima l'olezzo
Mite che qui raccolgo, ripenserò l'accento
Di una voce soave, ed il sogno già spento
Risognerò di nuovo.
Beatrice
(alzandosi)
Ebbene, incominciate
A risognarlo subito.
Gino
No, per pietà, aspettate.
Beatrice
Neanche ad una maschera ogni cosa è permessa.
Gino
È vero, ma in compenso c'è una cosa che essa
Sola può fare.
Beatrice
Ed è?
Gino
Smascherarsi.
Beatrice
Non credo
Che siate così ardito da chiederlo.
Gino
Lo chiedo,
E a mani giunte.
Beatrice
(levandosi la maschera)
Ebbene, eccomi.
Gino
Oh! come siete
Bella... Oh! come siete bella...
Beatrice
È questo che avete
Promesso? La rimetto.
Gino
No, lo dico sommesso:
È bella, è bella, è bella.
Beatrice
Ah!
Gino
Parlo con me stesso.
Beatrice
(fra sè)
E sto qui ad ascoltarlo! È una vera follia.
(avviandosi)
Gino
Di nuovo! Non sapete far altro che andar via!
Beatrice
Ah sì? È la quinta volta che ve lo dico senza
Farlo! Mi meraviglia assai la mia indulgenza.
Gino
Che male c'è? Volete che vi dica il mio nome,
I miei titoli?
Beatrice
No. Che m'importa?
Gino
Siccome
Diffidate...
Beatrice
No, siete cavalier, lo si sente
Lontano un miglio.
Gino
Grazie.
Beatrice
Ma se per accidente
Qualcuno ci ascoltasse, o se avessi un marito...
Gino
Non l'avete? Difatti l'età vostra...
Beatrice
Oh! compìto
Davvero! Sono vedova.
Gino
Di già?
Beatrice
Da un pezzo.
Gino
Strano!
Anch'io.
Beatrice
Voi, così giovane?
Gino
Tocchiamoci la mano.
Lo sono anch'io da un pezzo.
Beatrice
Era bella?
Gino
Non so.
Beatrice
Come?
Gino
Cioè... sicuro... credo almeno... però...
Beatrice
Non era?
Gino
Poveretta... dicevano... E il defunto
Vostro sposo era bello?
Beatrice
No.
Gino
Amabile?
Beatrice
No, punto.
Gino
Tocchiamoci la mano. Guardate se non pare
Che sia la Provvidenza che ci ha fatti incontrare.
Voi vedova, ed io vedovo, e senza che nessuno
Dei due rimpianga il giorno che l'ha vestito a bruno.
Io non so il vostro nome, voi non sapete il mio;
So che voi siete bella, voi sapete che io
Son gentiluomo, e in mezzo ad un ballo affollato,
Estranei l'uno all'altra, ecco che abbiam passato
Un'ora soavissima... Dico per me, che sento,
Parlandovi, guardandovi, un tale turbamento
Quale non ho provato mai, come se il destino
Mi avesse messo al mondo per vivere vicino
A voi. Mi respingete?
Beatrice
No. Anch'io penso allo strano
Caso. E invero parrebbe...
Gino
Tocchiamoci la mano.
Beatrice
No, sarebbe la terza volta, e ce n'è abbastanza
Di due. Che ve ne pare? una per vedovanza.
Gino
Lasciate che in ginocchio ve la baci commosso.
Beatrice
Fate come volete.
Gino
(cadendo in ginocchio e baciandole la mano)
No, faccio come posso.