Il marito amante della moglie/Atto primo/Scena quinta

Atto primo

Scena quinta

../Scena quarta ../Scena sesta IncludiIntestazione 11 aprile 2011 75% Teatro

Atto primo - Scena quarta Atto primo - Scena sesta

Fulgenzio e Detti.


Asdrubale
(a Fulgenzio)
Marchese,
Sapete la piacevole notizia che m'apprese
Il signore? Vi lascio indovinarla in cento,
In mille, in dieci mila...
Fulgenzio
Eh, ditela.
Gino
Un momento.
Asdrubale
Vostra nipote è vedova.
Fulgenzio
(volgendosi a Gino)
Possibile?
Gino
(ad Asdrubale)
Signore,
Mi compiaccio vederla di così allegro umore.
Ma badi che non abbia a ridere ancor io.
Del suo riso è cagione uno sbaglio, del mio,
Se lei mi ci costringe, potrebbe esser cagione
Il gusto soavissimo di darle una lezione.
Asdrubale
Sono già troppo vecchio per potere imparare.
Gino
Sono ancor troppo giovane per farmi corbellare.
Fulgenzio
Ma che cosa è seguito?
Gino
Mi spiego in due parole,
Marchese. Sua... nipote, della quale mi duole
Non conoscere il nome, mi disse, e, a quanto pare,
Scherzando, di esser vedova: io volli interrogare
Il signore, e ne ottenni...
Fulgenzio
Ma non è vero nulla,
Sa, della vedovanza.
Gino
Ah!
Fulgenzio
Pur troppo...
Asdrubale
È fanciulla.
Gino
Fanciulla.
Fulgenzio
Veramente... sì...
Asdrubale
Quantunque il marito...
Gino
Il marito?
Asdrubale
(ridendo)
Il marito.
Fulgenzio
(ridendo)
Il marito.
Gino
Ho capito:
Qui mi si piglia a gabbo...
Asdrubale
(fra sè)
Ha una bizza arrabbiata.
Fulgenzio
Mia nipote è fanciulla, vedova, e maritata.
Le spiegherò. Ed appunto perchè, grazie una tale
Condizione, essa è esposta più di ogn'altra alle male
Insidie ed ai sospetti, penso che sia dovere
Di congiunto non farne mistero. Un cavaliere
Sa qual rispetto debbasi all'illibata fama,
Alla pace, al decoro, all'onor di una dama.
Gino
Benchè non meritata, accetto la lezione;
La forma è più cortese forse che l'intenzione,
Ma non devo indagarlo. Parmi, non fui leggiero.
Per farmi rispettoso non occorre un mistero:
Colle dame lo sono, lo fui sempre, è per questo
Che esse si chiaman donne, ed io mi chiamo onesto.
Fulgenzio
Lo credo.
Gino
In conseguenza, signore, io la dispenso
Da maggiori ragguagli. Mi è troppo chiaro il senso
Di sue parole per accettar spiegazioni
A cui non ho diritto.
Asdrubale
(fra sè)
Se ne va.
Fulgenzio
Le ragioni
Che mi han fatto parlarle...
Gino
Non le cerco.
Fulgenzio
Signore,
Mi conceda che io sappia almen con chi ho l'onore...
Gino
Mi chiamo il conte Gino di Monfiorito.
Fulgenzio
Ed io
Il marchese Fulgenzio di Roccantica, zio
Della contessa d'Albavilla.
Gino
Che! Ha detto?
Fulgenzio
Della
Contessa d'Albavilla.
Gino
Impossibile! quella
Signora...
Fulgenzio
È mia nipote. Perchè tal meraviglia?
Gino
Albavilla!... o che forse c'è più di una famiglia
Di tal nome?
Asdrubale
Una sola. Ma come?...
Gino
Che ha sposato...?
Fulgenzio
Un certo conte Ottavio, birbo matricolato.
(Gino fa un vivissimo movimento d'indegnazione)
Asdrubale
Lo conosce?
Gino
Par caso... sì... lo incontrai... non so.
Asdrubale
Ha incontrato un bel mobile!
Fulgenzio
Oh! famoso!
Gino
Però...
Asdrubale
È suo amico, alle volte?
Gino
Amico..
Fulgenzio
E adesso, dove
Sta?
Gino
Pel momento... ignoro.
Asdrubale
Va bene, buone nuove.
Lei l'ha incontrato?...
Gino
A Vienna.
Fulgenzio
Dove, certo, rubava
A man salva.
Gino
Signore!
Asdrubale
O almeno barattava
Le carte.
Gino
Ma, signore!
Asdrubale
Lo difende?
Gino
Sicuro.
Fulgenzio
Badi a farsi del torto.
Gino
Oh! quanto a ciò, le giuro
Che non può farmi torto prenderne le difese.
Io lo conobbi onesto.
Fulgenzio
Uhm!
Gino
Leale.
Asdrubale
Uhm!
Gino
Cortese.
Fulgenzio
Anche cortese?
Gino
A segno, che dichiaro diretto
A me qualunque oltraggio che lo tocchi.
Asdrubale
Cospetto!
Non l'aveva incontrato solo per accidente?
Gino
Il gentiluom difende un gentiluomo assente.
Fulgenzio
Lei non sa le ragioni che ci dettano questo
Linguaggio.
Gino
So che il conte Ottavio è un uomo onesto.
Fulgenzio
Chiama onesto sposarsi a una giovin fanciulla
E partirsi per sempre, solo, senza dir nulla
Pria di condurla a casa?
Asdrubale
Sentiamo: qui fra noi.
Gino
Meno onesto sarebbe l'esser partito... poi.
Fulgenzio
Un angiolo di sposa.
Asdrubale
Bellissima fra mille.
Fulgenzio
Non è oprar da...
Asdrubale
Furfante?
Fulgenzio
Peggio ancor.
Asdrubale
Da imbecille?
Gino
Il conte ebbe di certo qualche grave ragione.
Fulgenzio
Quale?
Gino
Non so.
Asdrubale
Una donna da starci in orazione
Davanti.
Fulgenzio
Una dolcezza di modi e di parola!
Asdrubale
Una bocca celeste, una bocca che sola
Vale un impero.
Fulgenzio
Spirito, colta.
Asdrubale
Due occhi ardenti.
Fulgenzio
Indulgente, modesta, costumata.
Asdrubale
Dei denti!
Senza contar la mano, larga come il mio dito...
E il piede...
Fulgenzio
Don Asdrubale, vi par bello?
Asdrubale
Ho capito.
Vorreste il privilegio voi di parlarne bene.
Fulgenzio
No, ma voglio un elogio come a lei si conviene.
Asdrubale
Senti! Non sa far altro in tutto quanto il giorno.
Fulgenzio
Voi piuttosto...
Asdrubale
Io! Guardate!...
Fulgenzio
Le siete sempre attorno.
Gino
Signori miei, mi sembra, senz'essere indovino,
Che le cose in complesso procedano benino.
E almeno agli occhi vostri il feroce marito
Dovrebbe avere un merito, quello d'esser fuggito.
Povero conte Ottavio! se per sorte insperata
Tornasse, troverebbe la fortezza occupata.
Asdrubale
Non tornerà, per poco che gli resti buon naso.
Gino
Chissà, chissà, signori, è così grande il caso!
Fulgenzio
Se crede d'avvertirlo, faccia pur, conte mio.
Gli dirà che sua moglie per fortuna ha uno zio
Del ben di lei più amante, dell'onor più geloso
Che non lo fu chi avrebbe pur dovuto... lo sposo.
Gino
Non dubito, marchese, della sua gelosia.
Fulgenzio
Come l'intende?
Gino
Forse come vossignoria.
Asdrubale
(fra sè)
Ora attaccano lite.
Fulgenzio
Sa ch'ella è molto arguto?
Gino
Eh!
Fulgenzio
Ma io non mi disputo con uno sconosciuto.
Gino
Rispondo del mio nome.
Fulgenzio
Non mi basta. Io vorrei
Che qualcuno a sua volta rispondesse di lei.
Tanti non gentiluomini lo sembrano al parlare!
Gino
Andrà in conto di quelli che lo sono, e non pare.
Asdrubale
(a Fulgenzio)
Andiamo, via...
Fulgenzio
Lasciatemi... lasciatemi...
Asdrubale
(fra sè)
Ha una bile!
Fulgenzio
(a Gino)
La badi ch'io non vado tanto per il sottile,
Nè ho l'animo pacifico come l'amico mio.
Ho dieci anni di meno.
Asdrubale
Ecco, che c'entro io?
Gino
Raccolgo la minaccia, ma prima è mio dovere
Mostrarle che son uomo d'onore e cavaliere.
Ella conosce il conte Maurizio di Valpiana.
Asdrubale
Parlan del lupo, e il lupo esce fuor dalla tana.