Il giornalino di Gian Burrasca/7 dicembre

7 dicembre

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7 dicembre.


È l’ottava minestra che mangio in due giorni... e tutte di capellini. Io domando se anche ai tempi dell’inquisizione s’è mai pensato a infliggere un sì terribile supplizio a un povero innocente.

Ma tutto ha un limite, e io comincio a ribellarmi a questa indegna persecuzione. Un’ora fa sono entrato in cucina nel momento in cui Caterina non c’era e ho messo una manciata di sale nella cazzeruola dove era a cuocere lo stufato.

Il bello è che oggi c’è a pranzo anche l’avvocato Maralli! Meglio così: io in camera mia mangerò la mia nona minestra di capellini, ma loro non potranno mangiare il loro stufato!

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Oggi, dopo aver trangugiato la minestra, non ho saputo resistere alla curiosità di vedere che effetto faceva lo stufato con tutto quel sale, e sceso al pianterreno sono andato a far capolino all’uscio della stanza da desinare.

È stato bene, perché così ho potuto ascoltare una parte di conversazione che m’interessava da vicino.

- Dunque, - ha detto la mamma - domani l’altro bisognerà alzarsi alle cinque!

- Sicuro, - ha risposto il babbo - perché la carrozza sarà qui alle sei precise, e per andar lassù ci vogliono almeno un paio d’ore. La funzione durerà una mezz’oretta, e così prima dell’undici saremo di ritorno...

- Io alle sei precise sarò qui, - ha detto il Maralli.

E voleva dir di più, ma in quel momento ha messo in bocca un pezzo di stufato e s’è messo a tossire e a sbuffare come se avesse ingoiato un mulino a vento.

Tutti si son messi a dire:

- Che è? Che cos’è stato?

- Ah!... Assaggiatelo!... - ha risposto l’avvocato.

L’hanno assaggiato, e allora è stato un coro generale di tosse e starnuti e tutti hanno incominciato a urlare:

- Caterina! Caterina!

Io non ne potevo più dal ridere, e sono scappato in camera mia.

Vorrei sapere dove anderanno tutti domani l’altro alle sei di mattina, in carrozza...

Credono di farla a me, ma io starò all’erta!