Il giornalino di Gian Burrasca/31 dicembre
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Com’è uggioso quel cavalier Metello!
Anche oggi mi ha portato a veder Roma e questo mi fa piacere, ma lui ci mette tante spiegazioni, che è una cosa insopportabile.
Per esempio dinanzi all’arco di Settimio Severo s’è messo a dire:
- Questo splendido arco trionfale eretto dal Senato l’anno 205 dell’Era cristiana in onore di Settimio Severo e, dei suoi figli Caracalla e Geta, ha sulle due facce una iscrizione nella quale è detto come in seguito alle vittorie riportate sui Parti, sugli Arabi, sugli Adiabeni...
Ah! Alla fine del discorso quest’arco di Settimio Severo mi pareva d’averlo tutto sullo stomaco, e la mia bocca era diventata fin arco trionfale più grande di tutti gli archi trionfali di Roma messi insieme...
La sora Matilde, cioè la sorella di Collalto, è molto brutta e molto uggiosa, e non fa che sospirare e discorrere col gatto e col canarino; però con me va molto d’accordo, e anche oggi mi ha detto che in fondo sono un buon figliolo.
Mi domanda sempre come era Luisa da ragazza e che cosa faceva e diceva, e io le ho raccontato la storia delle fotografie che trovai in camera sua prima che pigliasse marito e della burletta che feci distribuendole ai rispettivi originali, e poi le ho detto anche di quando le trovai nel cassetto della toeletta un vasetto di pomata rossa con la quale mi tinsi le gote e lei s’arrabbiò tanto e mi dette perfino uno schiaffo, perché c’era presente la sua amica Bice Rossi che era una ragazza pettegola e non le sarebbe parso il vero d’andare a dire che mia sorella si tingeva...
Bisognava vedere come si divertiva la sora Matilde a sentirmi descrivere queste cose, e basti dire che da ultimo mi ha regalato cinque gianduiotti e due caramelle di limone, e bisogna proprio dire che mi vuol bene, perché, a quel che dice la Luisa, è più golosa lei di dolci che dieci ragazzi, e se li mangia tutti per sé.
Se li tiene tutti chiusi nell’armadio e ce n’ha di tutte le qualità, ma se mi riesce un di questi giorni di metterci le mani, può dire addio alle sue provviste!...
Ora, caro giornalino, ti lascio perché domani è il primo dell’anno e devo scrivere una lettera ai miei genitori per chieder perdono delle mie mancanze di quest’anno, e promettere per l’anno novo d’esser bono, studioso e ubbidiente.