Ignudo il petto alabastrino e bello
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Questo testo fa parte della raccolta Poesie di Giovan Francesco Maia Materdona
XVI
IL GIOCO DEL PALLONE
Ignudo il petto alabastrino e bello
se non quanto il copriva un lino adorno,
per temprar con bel gioco il lungo giorno
formava Ascanio mio nobil duello.
Battea con picciol globo i sassi, e quello
scacciava al salto, e s’a lui fea ritorno,
correa, lo dibattea, lo fea d’intorno
girar, volar, quasi fugato augello.
Assai piú che la palla, il cor feriva;
largo, piú che ’l sudor dal bel sembiante,
dagli occhi de l’amanti il pianto usciva.
Premean, piú che ’l terren, l’alma le piante,
e la vampa d’amor, piú che l’estiva,
fean cocente provar le luci sante.