Il festino/L'autore a chi legge
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L'AUTORE
A CHI LEGGE.1
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Ho voluto innestarvi alcune critiche state fatte alle Commedie mie di quest’anno per giustificarmi in qualche parte, e per isfogarmi un poco col pubblico istesso. Ebbe tanta bontà l’udienza, che lo soffrì di buon animo, e mi diede veri segni di amore e di compatimento. Allora tutto anch’io mi scordai il passato rammarico, e dentro di me ho fatto la pace con chi mi aveva insultato; anche colla signora Maschera del Ridotto3. Stampandosi ora la Commedia, ho voluto lasciarvi le critiche e le apologie suddette, per un divertimento di più al Lettore benevolo che mi favorisce; e in fine della Commedia vi ho posto il ringraziamento al Pubblico, recitato l’ultima sera dalla prima Donna, giacchè, come dissi, con questa Commedia medesima si terminò il Carnovale.
Fu dopo in altre parti il mio Festino rappresentato, ed ebbe dappertutto estraordinaria fortuna. A Roma non hanno ancora provato su quei Teatri il verso alla martelliana. Non si fidano, non so se per l’orecchie degli uditori, non avvezzati a sentirlo, o se per l’abilità de' Comici, non pratici ancora a recitare il verso senza declamazione. Mi fu ordinato ridurlo in prosa; lo feci, e riuscì pure mirabilmente.
Ebbe il povero mio Festino in alcun paese la sua disgrazia. Non già nell’universale di verun popolo, ma nel particolare di alcune persone. Operò il caso che si trovassero degli originali simili troppo a qualche personaggio ridicolo della Commedia medesima, e non mancò chi dicesse che a bella posta l’avessi fatto. Non valse la bella ragione che la Commedia era composta degli anni prima. Le Donne principalmente, quando fissano, non vi è rimedio. Ma lo stesso mi è accaduto in altre opere ancora; ed in altri luoghi delle mie stampe ho procurato disingannare il mondo su questo articolo. Non son capace di usare una simile villania; non prendo di mira alcuno. Sono un pescatore che getta l’amo alla cieca: chi si sente prendere, procuri levarselo dalla bocca senza gridare; in questa maniera ritornerà l’amo vuoto: altrimenti, scuotendosi soverchiamente, s’internerà assai più nelle fauci, ed io sentendo il peso nel ritirarlo, dirò che il pesce è attaccato, e si manifesterà la mia preda.