Il divin cibo mi sarà, dicea
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Francesco Lorenzini
V1
Il divin cibo mi sarà, dicea
La Vergin sagra sul morir, negato?
Dicea, lassa!, col cuore innamorato,
Che con la lingua tanto non potea.
5Deh, Signor, sospirando soggiungea:
Nuovo a Te valico aprir non è vietato;
Vieni, ecco il petto, aprimi il manca lato,
E la fiamma del sen tempra, e ricrea.
Piacque al celeste Sposo il bel desìo,
10E penetrolle, aperto il fianco, al cuore,
E quindi unito alla bell’Alma uscìo.
Morte, di lei tu non avesti onore,
Ch’ella non morì già, ma si partìo
Dal suo bel vel per nuov’arte d’Amore.
Note
- ↑ Per la Beata Giuliana Falconieri.