Il crepuscolo degli idoli/Massime e arguzie

Massime e arguzie

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Friedrich Nietzsche - Il crepuscolo degli idoli (1889)
Traduzione dal tedesco di Anonimo (1924)
Massime e arguzie
Introduzione Il problema di Socrate
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MASSIME E ARGUZIE.


1.

La pigrizia è madre di ogni psicologia. Come? la psicologia sarebbe un... vizio?

2.

Il più coraggioso tra noi non ha che raramente il coraggio di ciò ch’egli veramente sa...

3.

Per vivere solo bisogna essere una bestia oppure un dio — dice Aristotile. Manca il terzo caso: bisogna essere l’uno e l’altro, bisogna essere filosofo...

4.

«Ogni verità è semplice». — Non è questa una doppia menzogna? [p. 44 modifica]

5.

Una volta per tutte, vi sono molte cose che io non voglio affatto sapere. La saggezza traccia dei limiti, anche alla conoscenza.

6.

È in ciò che la vostra natura ha di selvaggio che voi ristabilite il meglio della vostra perversità, voglio dire della vostra spiritualità...

7.

Come? l’uomo non sarebbe che un equivoco di Dio? Oppure Dio non sarebbe che un abbaglio dell’uomo?

8.

Alla scuola di guerra della vita. — Ciò che non mi fa morire mi rende più forte.

9.

Aiutati, da te stesso: allora tutti ti aiuteranno. Principio dell’amore del prossimo. [p. 45 modifica]

10.

Non commettete nessuna vigliaccheria in riguardo alle vostre azioni! Non le lasciate in sospeso dopo il colpo! — Il rimorso di coscienza è indecente.

11.

Un asino può essere tragico? — Perire sotto un fardello che non si può portate nè gettare?... Il caso del filosofo.

12.

Se si possiede il proprio perchè? della vita, ci si accomoda di quasi tutti i come? — L’uomo non aspira alla felicità; non c’è che l’Inglese che faccia ciò.

13.

L’uomo ha creato la donna — con che cosa? Con una costola del suo dio, — del suo «Ideale»...

14.

Come? Tu cerchi? Vorresti decuplicarti? Centuplicarti? Cerchi degli aderenti? — Cerca degli zero! [p. 46 modifica]

15.

Gli uomini postumi — io, per esempio — sono meno ben compresi di coloro che si sono conformati alla loro epoca, ma li si intende meglio. Per esprimermi ancora più esattamente: non ci si comprende mai — ed è da ciò che viene la nostra autorità.

16.

TRA DONNE. — «La verità? Oh, voi non conoscete la verità! Non è essa un attentato contro il nostro pudeur».

17.

Ecco un artista come io li amo. Egli è modesto nei suoi bisogni: non domanda, insomma, che due cose: il suo pane e la sua arte, — panem et Circen...

18.

Quegli che non sa mettere la propria volontà nelle cose, vuole almeno dar loro un senso: il che lo fa credere che in esse vi è già una volontà (Principio della «fede»). [p. 47 modifica]

19.

Come? voi avete scelto la virtù e l’elevazione del cuore e gettate nel tempo stesso uno sguardo geloso su i vantaggi degli indiscreti? — Ma con la virtù si rinunzia ai «vantaggi»... (da scrivere sulla porta di un antisemita).

20.

La donna perfetta perpetra della letteratura, come commette un piccolo peccato: per assaggiare, passando, e girando la testa per vedere se qualcuno se ne accorge, e infine perchè qualcuno se ne accorga...

21.

Bisogna mettersi soltanto nelle situazioni in cui non è permesso avere delle false virtù, ma dove, come il danzatore sulla corda, si cade o ci si raddrizza, — oppure ancora ce la caviamo... .

22.

«Gli uomini cattivi non hanno affatto armonie». Com’è che i Russi hanno dei canti? [p. 48 modifica]

23.

«Lo spirito tedesco»: da diciotto anni una contradictio in adjecto.

24.

A forza di voler ricercare le origini si diviene gamberi. Lo storno vede indietro; egli finisce per credere indietro.

25.

La soddisfazione garantisce anche dai raffreddori. Una donna che si sapeva ben vestita si è mai infreddata? — Pongo il caso in cui essa fosse stata appena vestita.

26.

Io diffido di tutte le persone sistematiche e le evito. La volontà del sistema è una mancanza di lealtà. [p. 49 modifica]

27.

Si dice che la donna è profonda — perchè? poichè in lei non si arriva mai fino in fondo. La donna non è ancora neanche piatta.

28.

Quando la donna ha delle virtù maschili, non si sa come regolarsi; quando non ha affatto virtù maschili, è lei che non sa come contenersi, è lei che si salva.

29.

«Quanto doveva rimordere la coscienza una volta! che buoni denti aveva! — E ora? cos’è che le manca?» — Questione da dentista.

30.

Raramente si commette una sola imprudenza. Con la prima imprudenza si sorpassa sempre il segno, ed è per ciò che se ne commette generalmente un’altra — ed allora, è troppo poco... [p. 50 modifica]

31.

Il verme si ravvolge quando gli si cammina sopra. Ciò è molto saggio. Con ciò diminuisce la probabilità di farsi ancora camminare addosso. Nel linguaggio della morale: l’umiltà.

32.

C’è un odio contro la menzogna e la dissimulazione, il quale viene da una sensibilità del punto d'onore; un odio simile c’è per vigliaccheria, poichè la menzogna è interdetta dalla legge divina. Essere troppo vile per mentire...

33.

Quanto poco occorre per la felicità! Il suono di una cornamusa. — Senza musica la vita sarebbe un errore. Il Tedesco immagina Dio stesso occupato a cantare delle canzoni.

34.

On ne peut penser et ècrire qu’assis (G. Flaubert). — Ti tengo, nichilista! Restare seduto, è precisamente questo il peccato contro lo Spirito Santo. Soltanto i pensieri che vi vengono camminando hanno del valore. [p. 51 modifica]

35.

Vi sono dei casi in cui noialtri psicologi siamo come dei cavalli. Siamo presi dall’inquietudine perchè vediamo la nostra propria ombra dondolarsi davanti a noi. Il psicologo deve distogliersi da sè, per esser capace di vedere.

36.

Facciamo torto alla virtù, noialtri immoralisti? — Tanto poco quanto gli anarchici ai principi. Non è che dopo che è stato tirato su di loro ch’essi stanno saldamente assisi sui loro troni. Morale: bisogna tirare sulla morale.

37.

Tu corri davanti agli altri? — Fai ciò come pastore oppure come eccezione? Un terzo caso sarebbe il disertare... Primo caso di coscienza.

38.

Sei tu vero? o non sei che un commediante? oppure sei tu stesso la cosa che si rappresenta? In fin dei conti tu forse non sei che l’imitazione di un commediante... Secondo caso di coscienza. [p. 52 modifica]

39.

PARLA IL DISILLUSO. — Ho cercato dei grandi uomini e non ho mai trovato altro che le scimmie del loro ideale.

40.

Sei tu di quelli che guardano o di quelli che mettono le mani in pasta? — oppure di quelli ancora che girano gli occhi e si tengono in disparte... Terzo caso di coscienza.

41.

Vuoi tu accompagnare? o precedere? oppure andare per tuo conto?... Bisogna sapere ciò che si vuole e se si vuole. — Quarto caso di coscienza.

42.

Per me essi erano dei gradini. Mi sono servito di loro per montare, — è per ciò che mi è occorso di passare su di essi. Ma essi s’immaginavano che io mi servivo di loro per riposarmi... [p. 53 modifica]

43.

Cosa importa io conservi la ragione! Io ho troppa ragione. — Ed oggi chi riderà meglio riderà l’ultimo.

44.

Formula della mia felicità: un sì, un no, una linea dritta, uno scopo...