Filosofia

Canto III
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III.

Tramonta il Sole; da l’eccelso faro
Medora il scerne, e col mancar del raggio
Sente mancarsi il cor, omai più negro
De la notte che sorge. In cielo apparve
Il terzo giorno, e il terzo giorno è spento,
Ed ei non torna, e messaggier non giugne!
Infido! Lieve, ma propizio il vento
Spirò pur sempre, non mugghiò tempesta,
Ritornò Anselmo, ed unica novella
Fu, che nol vide; ed, ahi! perchè pur questo
Legno ei non attendea? Qual è crudele
Or fora la sua sorte; ma diversa
Ben anco esser potrìa! Più fresca intanto
Soffia la brezza; tutto il dì sedéo
Tristamente la donna appo la torre,
Sul mar cercando la sperata vela;
A mezzo è notte; impazïente balza,
Di là si strappa, corre al lido, e quivi
Stupida quasi pel’ dolor s’aggira;
Bagna l’onda il suo piè, bagna il suo manto;
Non la vede Medora, e non la fredda
Spuma ne sente, che ben altro il core
Gelo le stringe, e da quell’ansia nasce

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Sì ria certezza, che improvviso or forse
Colui vederne, fora a la meschina
Cagion di morte, e più crudel delìro.
Ma giunge alfin una sdruscita barca;
I miseri nocchier lei cercan prima,
Lei prima trovan; sanguinosi, e pesti
Fuggîr, son salvi, questo solo ei sanno;
Taciti, biechi, su la mesta faccia
Portano il fato di Corrado impresso,
E par che aspettin, che vel’ legga ognuno.
Poi favellar vorrìen, ma caritate
Di Medora rattiengli; ben lo scorge
La donna;.... e non vacilla, e non s’affoga
In tanta piena di dolor, in tanta
Solitudin non geme; alteri sensi
Sotto le belle desolate forme
Nutre costei; finchè vivea la speme
Languìenle in seno, o discioglieansi in pianto;
Or se tutto perì, non perîr essi;
Muto è il duol, secco è il ciglio, e il valor sorge
E grida: » quando più ad amar non resta,
» Più non resta a temer!» Oh sovr’umano
Forte pensiero, al vaneggiar simìle
Nell’ardor de la febbre!.. ..

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                              » E ancor tacete?
» Nè udrovvi alfin?.... tacete sì,.... non sfugga
» Dai vostri petti un sol sospiro;.... tutto,
» Tutt’io già sò! .... Chieder vorrei.... ma.... oh dio!
» Chieder non posso, ... sol mi dite.... pronti...
» Ov’ei giace....» —
            » N’è ignoto; a stento, o donna
» Scampar potemmo; un sol di noi t’accerta
» Ch’ei non perì.... Incatenato il vide
» Sanguinoso, ma vivo....»
                      Ode, e ode assai;
Più non resiste,.... palpita ogni vena,...
S’offusca ogni pensier,.... traballa,....cade!....
Ad altro avello l’ insensibil flutto
Quasi l’invola; ma le rozze mani
Stendon que’ lagrimosi, e la morente
Guancia le irroran di marino spruzzo;
La sollevan, sostengonla, le ancelle
Destano quinci, e in atto di pietate
Quindi a lor l’accomandano. D’Anselmo
Poi rittraggonsi all’antro, il fero caso
A raccontarne; lunga storia ognora,
Quando breve è il trionfo....